Un blog trafficato e partecipato è la casa di una comunità, i cui membri esprimono con i commenti intorno alle esternazioni del “proprietario di casa” la loro presenza, e se va bene anche il loro contributo alla discussione.
Il meccanismo dei blog è profondamente virale e coinvolgente. Un commento intelligente e pertinente (o anche divertente e simpatico) ci invita a fare click sul nome dell’autore del commento stesso, per visitarne la casa, e vedere quali altre cose intelligenti o simpatiche ha da scrivere.
I sistemi di aggregazione come FriendFeed (sistemi che permettono di convogliare su un unica pagina i feed relativi a varie attività: i post sul blog, i twit, la pubblicazione di foto e video) si basano su un meccanismo altrettanto virale ed addictive. Al tempo stesso però l’interazione su FriendFeed è anche più agevole, veloce, superficiale.
Il punto sta proprio in questo: la superficialità di un commento espresso su FriendFeed, spesso limitato a pochi caratteri. Se si tratta di una battuta di spirito, allora è probabilmente un guadagno, qualcosa che magari in un blog non sarebbe mai comparsa, neanche come commento.
Ma che dire di quei post su FriendFeed che hanno decine e decine di commenti, a volte anche molto lunghi? Non sono occasioni sprecate? Mi riferisco in particolare ai post sui blog, feedati su FriendFeed, e lì commentati. Commenti che ovviamente nessuno vede più nel giro di poche ore, un paio di giorni se va bene.
La mia (personalissima) analisi
Il ridotto spessore del contatto sociale (ulteriormente ridotto, sarebbe il caso di dire) fa sì che si possa moltiplicare il numero di contatti, nonchè di stimoli, ovviamente, con una progressione certamente più che lineare col crescere del numero degli amici. Da un lato si arriva quindi velocemente vicini ad un livello di streaming tale che diventa difficile distinguere dal rumore le notizie o i commenti interessanti. In un certo senso FF viene in aiuto “riorganizzando” la timeline in modo da premiare i post più commentati o “apprezzati” (con il meccanismo dei like, ma dire likati, o laikati mi fa contorcere le budella, quindi meglio apprezzati), e dall’altro introducendo meccanismi che permettono di filtrare il tipo di contenuto che vogliamo da ogni utente. Tuttavia, ipotizzando che il tempo speso sul web dal navigatore medio sia sostanzialmente sempre lo stesso, parte di quel tempo una volta speso a commentare sui blog adesso è speso su FriendFeed.
I blog più commentati, quelli capaci di creare interazione viva col proprio pubblico, non hanno probabilmente nulla da temere. Quelli appena un po’ più giù nella scala probabilmente sì, anche se non certo ai livelli funerari espressi nel titolo.
In aiuto vengono strumenti (spesso imperfetti) di integrazione fra le due piattaforme, come quello che vedete qui sotto che integra in questa pagina i commenti generati su FriendFeed nel relativo post. Ma siamo ancora lontani dall’ottimo.
PS: Di questi argomentio e dei miei dubbi sulla possibile durata della mia affezione a FriendFeed scrissi già diverse settimane fa.