Il vino lo portiamo noi! (ma solo se ci spiegate l’Antimarketing Antivirale!!!”)

Non è il mio campo, ma per qualche motivo i temi di [tag]marketing[/tag] e [tag]comunicazione[/tag] mi hanno sempre molto affascinato. L’altro ieri ho comprato un libro dal titolo decisamente …intrigante! (Curiosoni, il titolo è nel title dell link!)
E non ho resistito, letteralmente, quando sono capitato in questa trappola di [tag]Antiviral Antimarketing[/tag]! Chi lo etichetta in questo modo è Antonio Tombolini, che lo spiega in un brillante post (riporto solo un estratto) invitando il lettore ad un esperimento mentale:

Provate a mettervi nei panni di un appassionato di enogastronomia.

In qualche modo venite a sapere che c’è qualcuno […] disponibile a pagare per voi un pranzo in un grande ristorante.
Supponete ora che per cogliere questa opportunità, dobbiate iscrivervi coi vostri dati, e sperare di essere scelto – di essere uno dei 10, scelti a caso – tra tutti gli iscritti.

Ci siete? Ok: ora rispondete a questa domanda: perché mai dovreste andare in giro a raccontare che c’è una cosa così? Ovviamente meno sono gli iscritti e maggiori sono le opportunità per voi di essere scelti! Ecco l’anti-marketing anti-virale di [tag]IVLPN[/tag]: una magnifica iniziativa di cui non conviene assolutamente parlare!

Can’t stand SPAM? Akismet!

Ho temporeggiato fin troppo prima di decidermi ad attivare il plugin Akismet per [tag]Wordpress[/tag].
No so: paura di false positives, dubbi generici, pigrizia…

Fatto sta che si è notevolmente ridotto il numero di messaggi da controllare ogni giorno, ed il filtro non ha bloccato neanche un messaggio legittimo.

Come si fa? Facile: andate nell’interfaccia di amministrazione dei plug-in, ed attivate [tag]Akismet[/tag]. Nel frattempo procuratevi una API key registrando uno user account su WordPress.com, ed inseritela nella configurazione. Basta, il gioco è fatto. A questo punto il filtro Akismet provvederà a separare i messaggi etichettati come [tag]SPAM[/tag] (che vengono messi in una coda specifica, cancellabile in automatico dopo tot giorni) da quelli non filtrati (che vanno, se l’avete attivata, nella canonica moderation queue).

Buona caccia!

PS: C’è una cosa abbastanza strana nei temini indicati sul sito di WordPress, di cui mi sono accorto solo oggi: se state facendo più di 500 $ (ma al giorno? al mese?…comunque non è il mio caso!), allora la licenza personal non vale più, e dovete prendere quella commerciale.

You can get a free API key by registering for a WordPress.com user account. The API key will be emailed to you after you register. Please note that the use of the key is covered by our TOS and that free keys can only be used for personal blogs. If you are a commercial entity or if you are making more than $500 from your personal blog, please get a commercial key instead.

Piattaforma Facebook: l’analisi di Marc Andreessen

Molti di voi conoscono (e sono registrati) su Facebook. E molti di voi sanno che con cadenza praticamente giornaliera vengono rilasciate applicazioni per questa piattaforma.
Da fonti non ufficiali, ma confermate, apprendo che su iLike, una di queste applicazioni, annunciata appena un mese e mezzo fa, si registrano in questo periodo anche 300.000 (trecentomila!!!) utenti al giorno. Di sicuro una storia di successo.

Al punto che personaggi del calibro di Marc Andreessen ne hanno voluto analizzare a fondo le motivazioni. Ne esce un post che è lungo come un romanzo, e che naturalmente contiene interessantissimi spunti.

Innanzitutto la considerazione che, per definizione, una piattaforma è qualcosa di infinitamente più pervasiva di una qualunque applicazione, se non altro per il fatto che essa può essere riprogrammata dagli utenti (gli sviluppatori):

Veterans of the software industry have, hardcoded into their DNA, the assumption that in any fight between a platform and an application, the platform will always win.

Si fa quindi un parallelo con l’evoluzione della piattaforma PC dalla fine degli anni 70, evoluzione che si è trasferita con pari enfasi nell’industria del software “net/web oriented”.

La possibile obiezione dovrebbe nascere dalla constatazione che molte, anche famose, web application hanno pubblicato le loro [tag]API[/tag], anche API molto complesse e grandiose dal punto di vista funzionale. Ma qui siamo di fronte ad uno shift del paradigma: non è l’applicazione a rendersi disponibile, è l’intera piattaforma che abilita l’interoperabilità!

Viewed simply, this is a variant on the “embedding” phenomenon that swept MySpace over the last two years, and which Facebook prohibited.

However, what [tag]Facebook[/tag] is now doing is a lot more sophisticated than simply MySpace-style embedding: Facebook is providing a full suite of APIs — including a network protocol, a database query language, and a text markup language — that allow third party applications to integrate tightly with the Facebook user experience and database of user and activity information.

Merita una lettura.

UPDATE: a 10 giorni di distanza dal mio post, ne esce uno di SkyTG24, che cita le stesse fonti. L’articolo contiene affermazioni piuttosto forti.
[tags]iLike, web2.0[/tags]

Patenti di guida non valide come documenti di identità

Negli Stati Uniti stanno facendo un gran casino su questa storia. Lì la cosa è complicata dal fatto che ci sono i due livelli di giurisdizione, quello statale e quello federale. Qualcuno gli va a spiegare che già da noi “teoricamente” è così? Perlomeno è così da quando la patente non la rilascia più la Prefettura, ma l’ufficio locale della Motorizzazione Civile.

Apple iPhone: SDK sì, SDK no…

Non è facile fare chiarezza fra gli annunci della [tag]Apple[/tag], i commenti di Scoble, e l’analisi di Gizmodo. Secondo quest’ultimo, che fa a mio modo di vedere la più corretta interpretazione delle parole di Steve Job, l’iPhone semplicemente non ha bisogno di un SDK, essendo già in grado di eseguire in maniera nativa applicazioni “web”, con l’ormai consolidato uso di AJAX per animare la componente client (forse tramite AIR?). E comunque sottolinea gli effetti negativi di questo approccio:

According to Apple, “no software developer kit is required for the [tag]iPhone[/tag].” However, the truth is that the lack of an SDK means that there won’t be a killer application for the iPhone. It also means the iPhone’s potential as an amazing computing and communication platform will never be realized. And because of this I don’t think the iPhone will be as revolutionary as it could be.

D’altro canto si fa notare in questo interessante articolo come il paradigma [tag]AJAX[/tag] abbia comunque qualche limite. Di fondo, per via del fatto che l’applicazione gira in una sua sandbox, e quindi non potrà accedere a tutte le funzioni dell’iPhone, per esempio la lista dei contatti. E di piattaforma, dato che stiamo comunque parlando di un ARM a 400 MHz.

To recap, Ajax web applications running on a sandbox have the following drawbacks:

  • No access to operating system features and functions (e.g. impossible to write a CPU meter or a video-IM app)
  • No access to the iPhone’s databases (e.g. you can’t access your current contacts for your IM web app)
  • JavaScript apps can be very slow.
  • You can’t expand the current operating system via drivers or other tweaks (e.g. adding support for A2DP/AVRCP Bluetooth profiles)

Ora, sul perchè ciò succeda, si possono fare le ipotesi più disparate. Non concordo con chi dice che si tratta solo di una questione di tempo, cioè che la Apple non ha materialmente fatto abbastanza in fretta a rilasciare l’SDK (Sì, mi rendo conto che mi sto mettendo contro Wired!!!). E comunque, nella buona tradizione Apple, il tutto succede in pieno contrasto con quelle che erano le aspettative del mercato.

E comunque, siccome un link meno esterofilo ci vuole, ecco qui il resoconto delle notizie provenienti dal [tag]WWDC[/tag], da due inviate molto….speciali!

UPDATE: per rispondere ai due post di Alfonso Fuggetta: io direi chiuso!

UPDATE 2: qualche volta capita di arrivare prima di Slasdot, citando la stessa fonte.

Adobe Apollo…ops…AIR(r), Win 2000 e AttachConsole()

Qualche giorno fa ho installato la “alpha” di AIR, il nuovo ambiente di runtime cross-platform proposto da Adobe. Pur non avendolo provato (nel senso che non ho provato a sviluppare nulla), devo dire che sembra un ambiente molto interessante. In pratica consente di utilizzare HTML e Javascript per scrivere applicazioni che assomigliano un po’ a quelle Flash, ma che del player non hanno bisogno.

Ma veniamo al punto. Ho installato l’alpha, dicevo, praticamente solo per poter utilizzare [tag]tweet-r[/tag], un client di [tag]Twitter[/tag]. Tweet-r ha rilasciato oggi la sua versione 1.0 (direttamente dalla 0.76, un bel salto!), e si porta dietro come dipendenza l’aggiornamento del runtime di Adobe alla beta.

Senonchè, appena provo ad installare la beta di [tag]AIR[/tag], un bel messaggio mi informa che non è possibile trovare [tag]AttachConsole[/tag]() in kernel32.dll. Ci credo che non è possibile…quella funzione c’è in Vista, anche in XP, ma non in Windows 2000.

The procedure entry point AttachConsole could not be located in the dynamic link library KERNEL 32.dll.

Che dite, ci ripenseranno e produrranno un installer MSI per la piattaforma Windows (sì, perchè il problema sembra legato all’installer, non al runtime in se)? Oppure devo considerare WinXP un requisito?

UPDATE: c’è il solito, tempestivo Scooble che copre l’argomento, e soprattutto che sottolinea l’elemento più importante:

But, don’t miss the fact that Apollo apps no longer require Flash. They can be built totally in Ajax/JavaScript/HTML.

[tags]apollo[/tags]

aNobii descritto da Apogeo

Non saprei fare di meglio (e comunque, perché rifare un lavoro ben fatto?) nel descrivere il fenomeno aNobii e le sue funzionalità. Ne parla Pietro Izzo in questo articolo su Apogeonline dal titolo Il bookcrossing virtuale di aNobii.

Interessante il parallelo con Amazon, e l’osservazione del ruolo chiave ricoperto dalla funzione sociale del sito, ovvero l’esposizione della propria libreria (e di conseguenza l’esplorazione delle altrui).

Per l’approfondimento vi lascio all’articolo stesso, riportando solo una curiosità che mi ha colpito ed una nota (quasi) personale:

…il curioso nome di questa (relativamente) nuova applicazione deriva dall’anobium punctatum, il comune tarlo del legno che nei paesi anglosassoni è familiarmente conosciuto come… bookworm (verme dei libri).

Pietro Izzo segnala anche fra i gruppi più attivi in Italia c’è Fantascienza in Italia, nel quale troverete anche il sottoscritto! Proprio su uno dei thread di discussione nati in seno a questo gruppo (dal titolo : Il Miglior Libro di Fantascienza) devo aver scatenato un piccolo “caso” (letterario) suggerendo il libro “La Fine dell’Eternità” di Isaac Asimov.

Che dire….buona lettura!!!

UPDATE: un altro ottimo post sul tema.

[tags]aNobii, books, web2.0[/tags]

aNobii, AJAX & the User Experience

I’m really becoming addicted to aNobii, and I like for a couple of reasons.
I like it as a social tool, because among DVD, CD and Books, the last are better hit (or, they can benefit more) from the “[tag]social network[/tag] effect”, i.e. from the exchange of user reviews, comments and whatever, so it’s easy to discover “users with similar bookshelfs”.
But I really like it also because it has one of the best user interfaces I’ve ever seen in a web application.
The result of an intelligent use of javascript ([tag]AJAX[/tag], actually) is a very clean and “reactive” interface, which is, at the same time, limited to the essential (and useful) elements.
Just to give you an example, I’m posting a picture of the ISBN validation textbox. Very nice.

aNobii ISBN validation textbox

[tags]web2.0, aNobii[/tags]

aNobii, AJAX e la User Experience

aNobii mi piace davvero.
Mi piace come oggetto sociale. Ritengo che dovendo scegliere fra DVD, CD e Libri, questi ultimi sia adattino meglio (o forse, possano beneficiare di più) di uno scambio di commenti, di suggerimenti, di analisi per scoprire “librerie simili alla tua”.
Ma mi piace molto anche perchè ha una delle migliori interfacce utente che io abbia mai avuto modo di usare.
L’effetto finale indotto da un ampio uso di javascript ([tag]AJAX[/tag], in tutto e per tutto) è quello di una interfaccia molto “reattiva”, ma al tempo stesso semplice e limitata agli elementi essenziali.
Tanto per farvi un esempio vi segnalo l’oggetto che mi ha colpito di più (per la furbizia e la cura con cui è stato realizzato): la text box per l’inserimento del codice ISBN con con validazione automatica dello stesso. Very nice.

aNobii ISBN validation textbox

[tags]web2.0, aNobii[/tags]