Do Follow! (…wordpress blog comments)

Negli ultimi giorni su diversi blog di cui mi feedo (fra cui Capitano Uncino e Pandemia) si è accesa la discussione sull’opportunità di rimuovere il tag “nofollow” dai commenti dei blog. Un po’ di storia…
Poco più di un paio di anni fa qualli di Google decisero di contribuire, a loro modo, alla lotta al fenomeno del comment spamming. In pratica dichiararono che avrebbero continuato a seguire ma non più dato credito a qualunque link decorato con  l’attributo “rel=nofollow”, come descritto in questo post sul loro blog:

From now on, when Google sees the attribute (rel=”nofollow”) on hyperlinks, those links won’t get any credit when we rank websites in our search results.

Il senso è facile da intuire: se postare spam non da più alcun vantaggio, nessuno avrà più interesse a farlo. Nonostante il buon senso dell’iniziativa e la sponsorship di Google, la questione è stata molto discussa e criticata, ad esempio qui, qui e qui.

Molto di recente l’idea di riabilitare il “credito” sui link contenuti nei commenti ha preso molto piede in Italia, e se dico molto, intendo dire che ci sono veramente un  sacco di blog che ne discutono. La lista è copioincollata dal post di Capitano Uncino, al quale però do un credito extra: in un post scritto oltre dua anni fa (in piena bufera “nofollow”), aveva già detto la sua sull’opportunità di evitare questo meccanismo.
A Uncino.net il premio per la vision, ma a Stefano Gorgoni la palma per aver sintetizzato in un brillante post tutti i pro ed i contro (soprattutto i contro) del “nofollow”.

Veniamo a WordPress, che in automatico aggiunge il tag “nofollow” ai commenti. Per evitare ciò possiamo ad esempio seguire le complete (ma complicate) istruzioni indicate qui (link preso sempre a prestito da Uncino.net, ma questo è l’ultimo credito!), oppure, senza complicarci troppo la vita, scaricare un plugin che faccia esattamente questo lavoro, come ad esempio questo. Se qualcuno fosse ancora legato alla versione 1.5 di WP, segnalo anche quest’altro.

19/7/1992 – Paolo Borsellino: per non dimenticare

Alla prima occasione che ho avuto di scrivere la data odierna – ero in banca – un pensiero nitido mi è balenato in testa. E mi ha proiettato, ma giuro, con una nitidezza di particolari impressionante, in un posto analogo allo sportello bancario nel quale mi trovavo: lo sportello di un “ufficio cambio”, a Londra, nel 1992. Ero con degli amici a fare la classica vacanza studio (Thanks God I learned English elsewhere!), e stavamo cambiando i nostri Travellers Cheques in sonanti sterline, quando un notiziario alla TV diede comunicazione dell’attentato nel quale aveva perso la vita Paolo Borsellino.
Non ho davvero idea del perchè la notizia mi colpì a quel modo! Solo pochi mesi prima ero passato sulla strada di Capaci, due giorni prima dell’attentato a Falcone. Eppure la morte di Borsellino, più lontana fisicamente, mi sconvolse in maniera particolare.
So comunque che non dimenticherò il dolore di quei momenti, né la rabbia, né le lacrime delle famiglie. Né il valore di certe persone.
E forse è giusto che nessuno dimentichi.

Facebook up, Second Life down

Nello stesso periodo in cui alcune voci annunciano che Facebook potrebbe fare già oltre 100 milioni di dollari (di revenue) nel 2007, un articolo sul Los Angeles Times segnala che le azienda di marketing stanno cominciando a ritirarsi da Second Life. Fra i motivi della ritirata, innanzitutto la concreta valutazione dei veri numeri in gioco: dei presunti 8 milioni di residenti, infatti, solo una fetta molto piccola accedere regolarmente. E anche se il mondo virtuale ospita comunque 40 mila persone on-line contemporaneamente, molti di questi sono del tutto disinteressati all’advertising “reale”, o peggio ancora decisamente ostili ad esso, come dimostrano i frequenti attacchi alle presenze virtuali di alcune grosse corporation americane.

Che sia arrivato il momento per tutti di migrare su “Get A First Life“?

BarCamp Trinacria

Siccome tutti mi rimproverano (ehm…con simpatia) di essere sempre molto campanilista (io direi anche fondamentalista!), sponsorizzo la mia terra anche in questo post. E in particolare colgo l’occasione per comunicare che è stato programmato per l’ultimo sabato del prossimo Ottobre il TrinacriaCamp. Chi lo sta organizzando è in primo luogo Roberto (of Unimagazine and Votailprof fame!)
L’evento è abbastanza in là nel tempo. Un preavviso sufficiente per una buona organizzazione, e troppo lungo per consentirmi di pianificare una partecipazione certa. Ma ci terrei molto.
La sede proposta è Catania (anche se al momento l’organizzazione mi pare aperta a valutare nuove proposte).

EUCIP, “Professione Informatica” anche in Inglese

Sono stati tradotti e pubblicati in Inglese, sotto forma di e-book, i due libri alla cui stesura ho partecipato insieme ad altri professionisti (qualche mese fa). Si tratta delle parti B e C (aree Build e Operate) dei volumi di riferimento per l'[tag]EUCIP[/tag], ovvero quelli della serie “Professione Informatica”. Il titolo è “The All-Round IT Professional”.

Ovviamente mi congratulo con gli altri autori, ma soprattutto ringrazio Paolo Schgor, che in AICA ricopre il ruolo di Responsabile delle Certificazioni, e che dell’opera è il curatore.

Sanità Sostenibile ed il Mercato dei Limoni

Ci sono arrivato …non so bene come, ma alla fine sono cascato sulla base teorica sulla quale poggia quell’interessante analisi che il Professor Fuggetta segnalava qualche giorno fa.
Si tratta di una teoria nota come “Il mercato dei Limoni“. In realtà sono certo di aver studiato la stessa teoria all’università ma solo col suo nome meno…divertente: l'[tag]asimmetria informativa[/tag].

Provo a sintetizzare i concetti: in pratica, quando in un libero mercato l’asimmetria informativa è tale per cui i compratori non hanno praticamente nessuna visibilità della qualità dei prodotti che comprano (e i venditori invece sì, altra condizione necessaria, altrimenti non ci sarebbe “asimmetria”), il mercato rischia di collassare.
Vediamo perchè: fate conto che ci siano n venditori che vendono dei limoni, di varia qualità (e ovviamente di vario prezzo). Supponiamo ora che i compratori non abbiano visibilità, prima dell’acquisto, della qualità dei limoni di uno specifico venditore. Allora potranno giudicare solo una “qualità media” del prodotto. E si potranno regolare solo col prezzo.
Il paradosso di questa situazione è che i produttori con i limoni migliori (ma percepiti pre-vendita “nella media”) finiranno per essere penalizzati. E per andare fuori dal mercato. Tra l’altro, andando via i migliori, si abbassa la media della qualità, e questo circolo vizioso si perpetua fino a quando non si riesce più a trovare un equilibrio.
In questi casi devono intervenire dei fattori esterni (ma ne discutiamo solo se qualcuno manifesta interesse) per cui tale mercato si riesce a governare, o le condizioni dell’asimmetria si riescono ad eliminare. Ed è quello che deve succedere nella Sanità, secondo l’articolo citato.

Una curiosità: “The Market for Lemons: Quality Uncertainty and the Market Mechanism” è un articolo del 1970 di George Akerlof, che discute appunto della situazione in cui si manifesta asimmetria informativa in un mercato, usando come esempio quello delle auto usate (i “limoni” sono le auto che si rivelano, dopo l’acquisto, delle fregature). L’autore, insieme a Spence e Stiglitz, ricevette il premio Nobel per l’economia nel 2001, proprio per gli studi legati all’asimmetria informativa.

[tags]Sanità, eHealth,economics[/tags]

Weekend di Vela e Cucina

Dato che non posso sempre e solo fare pubblicità per la mia scuola (però voi affrettatevi, che per il secondo turno in Croazia sì e no sono rimasti 5 posti!), oggi vi segnalo un’ iniziativa di cui ho appreso sul blog TuttaMilano.

Cito testualmente:

Un weekend su un fantastico catamarano, imparando a veleggiare ed a cucinare il pieno relax!

Certo la Laguna Veneta non proprio la trasposizione terrestre del mio ideale di mare. In fondo sono un Siciliano moooolto campanilista, che per anni si è accontentato (e vorrei vedere) della splendida Portovenere e delle “Cinque Terre”.

Questa ed altre serate organizzate per chi vive all’ombra della Madonnina le trovate su WineNight.

“Picchiare le donne è tradizione siculo-pakistana”

Il primo commento che ho condiviso è quello in testa al post di Aioros.

No, perchè l’uscita di Amato è stata qualcosa di abbastanza clamoroso. Ne parlava oggi Repubblica.it.

Dopo essersi lasciato scappare la frase che da il titolo a questo post, e a valle delle roventi polemiche che hanno seguito il commento, il ministro dell’interno ha tenuto a precisare che “da siciliano” ha “parlato di una Sicilia che non esiste più”.

Vabbuò…io per fortuna resto senza parole (altrimenti me le censurerebbero…).

Marketing, anzi Advertising Virale

Lo sapevo già ieri che blognation Italy sarebbe stata fonte di pochi (che è meglio) ed interessantissimi post. Come quello di oggi che presenta Zooppa, la prima start-up Italo-Americana “che integra il [tag]marketing[/tag] tradizionale con un innovativo modello web 2.0“.
In pratica la società lavora con grossi brand internazionali, e fornisce ai singoli utenti i “brief di agenzia” che con questi vengono scambiati. Quindi viene indetto una specie di contest, per il quale gli utenti vengono invitati a proporre le proprie idee e campagne. Oppure anche degli spot già belli e prodotti. E per queste cose vengono pagati (ai migliori) diversi ….Zoopp$. Ehm…forse qui ci vuole un chiarimento: gli Zoopp$ sono la moneta virtuale usata sul sito. Però al raggiungimento di 1000 Zoopp$ questi vengono convertiti in real money.
Il trick del coinvolgimento degli utenti nell’advertising moderno è ormai in fase di consolidamento, ma questo è il primo caso in cui il coinvolgimento è proprio sulla produzione. Il più recente esempio che mi venga in mente (la campagna Acquarius, ricordate?) si limitava a proporre agli utenti la scelta fra due spot già pronti.

[tags]Zooppa[/tags]