Buca in Uno!

Premessa d’obbligo: ci eravamo lasciati parecchio tempo fa, in autunno. Sono passati parecchi mesi dall’ultimo post, a conferma di un trend che dura ormai da un po’. Le novità dell’ultimo periodo sono davvero parecchie, per me: da Dicembre sono diventato papà di una splendida bimba (e di fronte a tutto questo il resto si riduce a scintille intorno ad un grosso falò). Sono cambiati i ritmi, le priorità, le necessità. Ma siccome c’è anche una vita fuori dalle mura domestiche, le novità non si esauriscono qui. Da Gennaio ho cambiato lavoro, senza cambiare azienda, e torno ad occuparmi di gare pubbliche.

Buca In UnoNel poco tempo libero che rimane mi sono finalmente deciso a provare il golf!

A fine maggio, l’anno scorso, ebbi occasione di fare un paio d’ore di lezione in un contesto piuttosto imprevedibile (un hackathon in una splendida location all’Isola d’Elba), e tornato a Roma decisi di prendere prima 3 e poi un pacchetto di altre 10 lezioni.

Ieri, a meno di un anno dal mio “primo colpo” e senza aver ancora preso l’handicap, ho segnato il mio primo hole in one, ossia ho imbucato direttamente il colpo tirato dall’area di partenza!

Coadiuvato da una grossissima dose di fortuna, si tratta di un evento davvero raro, tantè che, se lo avessi fatto durante una gara, avrei sicuramente ottenuto qualche premio!

Naturalmente è anche il mio primo eagle (ossia due colpi sotto il par del campo).

Fra qualche giorno, a distanza di una anno esatto da quando ho iniziato a prendere lezioni, proverò a fare una sorta di resoconto per capire se riesco a quantificare in qualche modo i progressi, anche se falro senza competizioni non è tanto semplice.

Io sto con Team New Zealand

E’ una questione di simpatia, fondamentalmente, e con questa sincera premessa vorrei sgombrare il campo dalle polemiche.

Questa Coppa America staserà finirà, in un modo o nell’altro. Finalmente, aggiungo. Perchè per un velista è probabilmente una noia terribile.

Che sia un flop credo lo dicano i numeri: la campagna finale ha visto in corsa solo 4 partecipanti, uno dei quali – Artemis Team – ha fatto un’apparizione piuttosto misera.

Non so, magari verrò smentito dai numeri sugli spettatori, gli incassi, le pagine di giornale… Fatto sta che per me (quindi c’entra sicuramente il gusto personale) vedere due affari che a 60 all’ora incrociano nelle acque del laghetto …ops, della baia è emozionante più o meno quanto una gara drag sui 400 metri. Cioè poco.

Poi ci sarebbe la faccenda della rimonta. Sulle 17 regate in teoria dovrebbe aver già vinto ETNZ. Alla 13 poi era sull’ultimo bordo di una regata che le avrebbe consegnato la coppa. Regata che è stata “sospesa e corsa nuovamente” (questa cosa nella vela non esiste) per sopraggiunto limite di tempo (cosa che nella vela non esiste nelle gare sulle boe).

Certo è che oggi Oracle ha una differenza di velocità tale con ETNZ che il risultato di stasera sembra scontato. E vi assicuro che vorrei davvero sbagliarmi.

Sì, tengo per i Neozelandesi, che vivono la vela come si deve. Anche perchè gli americani…a proposito, quali americani? Il timoniere è australiano (era al timone di Luna Rossa nel 2007) ed il tattico inglese (Sir, sappia che l’ammiro tanto, per il resto).

Per fortuna è finita, in un modo o nell’altro.

6 mesi

Una delle pause più lunghe, nella frammentata vita di questo blog.

I blog sono morti? Non lo so, ma di sicuro è di molto diminuito il tempo che io riesco a dedicare a questa attività.

Bovinità Fiscale

Equità Fiscale. Un concetto abusato. Io parlerei piuttosto di Bovinità Fiscale.

Il sistema fiscale di un paese dovrebbe essere semplice ed equo.

Semplice, per evitare che parte dei ccontribueti, nell’impossibilità di comprenderne appieno i meccanismi, possano incappare in errori ed essere di conseguenza penalizzati (quindi essere semplice al fine di essere equo).

Equo, per ovvie ragioni, alcune delle quali consolidate nella nostra Carta Costituente.

L’IMU non è un tributo equo. Per tanti aspetti, probabilmente. Quello più clamoroso è legato al fatto che il proprietario di un immobile (e solo di quello) lo paga come “seconda casa”, se per qualche motivo, pur vivendoci, non ci ha ancora trasferito la residenza.

Non è equo perché in casi come questi si sommano (inspiegabilmente) gli effetti di un’aliquota spaventosamente alta (per il comune di Roma è il 10,6 per mille) con l’impossibilità di apportare le detrazioni.

Follia. Poi ci si chiede il perché di tanti problemi.

Serrate gli ormeggi

Vedete queste simpatiche freccine con la coda fatta di quattro linee? Sapete cosa vogliono dire?

Vogliono dire che se avete la barca ormeggiata da quelle parti e meglio serrare davvero bene gli ormeggi.

O vendere la barca.

Tempesta sulla Norvegia

 

Desaparecido

Scomparso. Sparito.

Scomparso dal web almeno. Certamente da quello fatto di contenuti. E questo include non sono questo generalissimo collettore di pensieri e segnalazioni, ma anche il social network aziendale, dove il mio ranking non mi classifica più nel team guida.

Facebook inesistente (ma i quel caso è una scelta consapevole) e twitter abbastanza fermo, diciamo sui livelli di un anno fa. Non si muove neanche Vela in Croazia, e forse è la cosa che mi dispiace di più.

Ok, è stato un semestre certamente particolare, ma la verità è che con l’autunno è arrivato un nuovo incarico, molto impegnativo, che assorbe ogni centesimo delle mie energie. E continuerà a farlo, almeno finchè non troverò modo di cambiare le regole del gioco. A favore non mio, ma dell’efficienza.

Regression Testing

Test di Regressione, ovvero la pratica di eseguire una intera serie di test sul codice pre-esistente, in occasione di ogni nuova modifica apportata, alla ricerca di un potenziale errore introdotto con la modifica stessa. Sistemo il nuovo, rompo il vecchio. Capita più spesso di quanto possiate immaginare.

La pratica della Continuous Integration, e soprattutto dell’esecuzione automatica dei test aiuta molto, ed è ormai diffusa nelle software house anche di piccola o media dimensione.

Allora proprio non mi spiego perché questo errore nel codice del Google Reader ricompaia periodicamente.

Errore di Regressione
Errore di Regressione

Che succede ad Unicredit?

Un ironico tweet di un amico ed i commenti di altri mi fanno capire come il mondo reale sia spesso particolarmente lontano, in termini di conoscenza, da quello della finanza.

Che succede ad Unicredit?
Che succede ai correntisti di Unicredit?

In Italia qualunque conto corrente è “coperto”, fino alla ragguardevole cifra di 100.000 euro, da un fondo rischi garantito dalla banca d’Italia, o dallo stato stesso.
Quindi, anche in caso di fallimento dell’istituto, i correntisti possono dormire sonni tranquilli.
Chi in questo momento sta pagando, e forse pagherà ancora più caro nei prossimi giorni, sono invece gli azionisti, specialmente i piccoli.
Il titolo in borsa sta infatti scendendo vertiginosamente. Solo nell’ultima settimana ha lasciato sul terreno il 37% del suo valore. Questo è il risultato di una serie di fattori, non ultimo l’aumento di capitale in corso proprio in questi giorni. I grossi investitori stanno vendendo parecchio (e stanno vendendo anche i diritti di acquisto) con l’idea di finanziare l’aumento di capitale, probabilmente.
Certo, a questo livello di valutazione, un investitore estero molto danaroso (un’altra banca?) potrebbe pensare di acquisire il controllo di Unicredit. Non sto dicendo che succederà, sto solo dicendo che oggi questa operazione costerebbe un quinto (forse meno) di quanto sarebbe costata un anno fa.

Voglio una compagnia aerea

Dirigere (o possedere) una compagnia aerea non deve essere cosa facile di questi tempi. Costi dei carburanti alle stelle, concorrenza dei vettori low cost…insomma, un sacco di rogne.

Prendiamo poi i problemi tecnici. Può capitare, come è successo a me ieri, 07/11/2011 con il volo CTA-FCO delle 13.00 operato da BluExpress (BV1769), che, a metà imbarco, per un presunto problema tecnico interrompano l’imbarco, cancellino il volo e ci facciano partire con 5/6/7 ore di ritardo.

Non ho davvero idea di quanto possa essere grave il problema tecnico e quanto costi al signor Blu Express la riparazione. Ho però una vaga idea di quanto ci abbia guadagnato. Invece di far volare due voli pieni al 55% ne ha fatto volare uno pieno al 100% (diciamo…circa 12.000/15.000 euro di risparmio? Se qualcuno ha idea di quanto possa costare un volo Catania Roma me lo faccia sapere, adeguerò), a fronte di un costo pari a:

  • circa 100 buoni pasto da 5.20 € (520 €)
  • circa 8 passeggeri  riprotetti su Alitalia (diciamo 2000 €)

Potrei aver sbagliato le cifre, ma di sicuro un bel risparmio c’è, se non si considerano costi di immagine, ovviamente, e se questa cosa non costa nulla alla compagnia. Devo ancora informarmi se con 6 ore e rotte di ritardo ho diritto a qualcosa.

Ora, il fatto che io scriva questo non deve far pensare che io sospetti ache solo lontanamente che la cosa sia stata fatta apposta. Certo che il fatto che con il volo odierno, stesso CTA-FCO delle 12.00, si stia ripetendo (aggiornamenti in corso…) lo stesso film di ieri, fa quantomeno …..sorridere?

Al momento al gate sono segnate due ore di ritardo.

Buon viaggio…

UPDATE: Pare che oggi stia andando un po’ meglio. La maggior parte dei passeggeri (speriamo tutti) dovrebbero essere riprotetti su voli di altre compagnie, con un ritardo limitato a 3/4 ore.

Quantitative Easing

Si chiama così il meccanismo non convenzionale che una banca centrale utilizza quando quello convenzionale (la modifica, in questo caso la riduzione del tasso di interesse) è diventato inapplicabile.

Stampare moneta, detto in termini più nostrani, e con questa comprare asset finanziari di banche e Governi, serve a mettere moneta in circolo. Consente alle prima di aumentare magicamente la propria disponibilità (tra l’altro con “moneta sonante”, quindi incrementando il necessario Core Tier 1) ed ai secondi di non proccuparsi troppo del proprio debito a breve, dandogli quel respiro necessario per implementare qualche stimolo alla crescita.

Ma alla fine il conto chi lo paga?

Come si suol dire: ai posteri l’ardua sentenza.