Su segnalazione di Antonio, qui trovate l’address, la traccia del discorso di Obama al mondo. Per qualche minuto l’ho seguito in diretta su CNN Live.
Mentre ascoltavo questo signore con la voce ferma e profonda, pensavo che potremmo in effetti essere vicini ad un momento di importante cambiamento. Più di quanto non abbia pensato fino ad adesso.
Sfoglierò quelle 4 pagine di discorso, sul Time, e vi consiglio di fare altrettanto.
My fellow citizens: I stand here today humbled by the task before us, grateful for the trust you have bestowed, mindful of the sacrifices borne by our ancestors. I thank President Bush for his service to our nation, as well as the generosity and cooperation he has shown throughout this transition.
…
Non passerà certo inosservata l’operazione che coinvolge una delle aziende più storiche e rappresentative del nostro paese e uno dei colossi statunitensi del settore automobilistico.
Dopo un paio di giorni di chiacchiere riportate dalla stampa, va in porto un’operazione che lo stesso AD di Fiat, Sergio Marchionne, non esita a definire “un passo fondamentale” per il settore, che come lo stesso manager italiano ha affermato pochi giorni fa, “vedrà sopravvivere solo 5 o 6 grandi costruttori”.
I termini dell’accordo: Fiat acquisirà una quota del 35% della Chrysler, ma senza iniezione diretta di denaro. La contropartita per la quota di una delle “sorelle di Detroit” sarà la fornitura di impianti e tecnologie, in particolare quelle sui motori compatti, che consentiranno al produttore americano di sviluppare di più l’offerta sulle utilitarie a basso consumo.
Uno dei principali vantaggi per Fiat è l’accesso ad un mercato molto grande (benchè in forte contrazione), tramite gli oltre 35.000 concessionari nel solo Nord America. Inoltre la produzione delle 500 e delle Alfa Romeo in territorio americano potrebbe consentire la commercializzazione dei veicoli italiani in un mercato tipicamente molto protetto come quello USA.
Robert Nardelli, italoamericano AD di Chrysler, afferma che entro Aprile l’accordo dovrebbe chiudersi definitivamente.
Curiosità: sapete a quanto ammonta lo stipendio annuale di Nardelli? Un. Solo. Dollaro.
Lo confesso: da due anni vivo senza un televisore in casa, e vi assicuro che si sta mooooolto bene.
Tipica obiezione: “Ma ti perdi i telegiornali! Le notizie!”. Ennò. Le notizie non me le perdo affatto. E grazie ai meccanismi virtuosi della rete posso anche sfruttare la mia rete sociale per far si che le notizie più pertinenti ai miei interessi mi raggiungano prima delle altre, con meno rumore attorno, soprattutto.
Ho guadagnato un sacco di tempo. Che non chiamo libero solo perchè mi piace impiegarlo in altro modo.
Anche se sa un po’ di fondametalismo, vi lascio con una frase trovata nella presentazione di un blog che invita a non guardare la TV, che trovo molto pertinente.
La televisione è l’oppio dei popoli capitalisti.
Poi liberi di fare come volete, eh?
Io esco. Oppure scrivo. Oppure leggo. Ma in ogni caso scelgo! E non subisco l’informazione (o l’intrattenimento) che qualcun altro ha scelto per me.
Dovete convertire un blog da Blogger a WordPress, o il viceversa? Più facile a dirsi che a farsi, per una serie di ragioni legate all’imperfetto match fra i rispettivi formati (oltre ad una serie di problematiche legate alle impostazioni locali del server, che impattano sulle date, sui caratteri accentati etc etc.
Adesso però c’è un’arma in più, messa a disposizione proprio da Google, che peraltro ve la fa pure ospitare sui propri server.
Sono disponibili delle librerie python per la conversione fra i formati di importazione/esportazione di Blogger, WordPress e Live Journal, oltre che un discreto supporto al formato open BlogML.
Attenzione: usando la piattaforma di Google c’è un limite molto stringente (1 MB) per la dimensione dell’xml prodotto, quindi in questa configurazione il tool può essere usato solo per un numero limitato di articoli o per un blog piuttosto piccolo. Ovviamente potete sempre utilizzare il codice per conto vostro, nel qual caso il problema no si pone.
Un po’ perchè è un amico (oltre che un collega!), un po’ perchè il tema mi interessa parecchio, e un po’ anche perchè da qualche tempo il tema vela sembra essere trascurato in queste pagine, mi associo al tam tam che sta riproponendo la lettera che Nunzio Incorvaia, a nome dell’Associazione Italiana Scuole di Vela, ha scritto per denunciare alcune significative storture nel recente Regolamento Attuativo del Codice della Nautica.
Per centrare un attimo il punto, la questione più rognosa è il dazio che le scuole di vela sono costrette a pagare alla Federvela ed alla Lega Navale, ed in particolare il fatto che questo dazio (nella forma di un “esperto velista” certificato appunto da FIV o LNI) non sia stato ancora formalizzato e definito, rendendo di fatto impossibile per una scuola di vela ottemperare all’obbligo imposto dalla legge.
Qui sotto il testo integrale della lettera.
“Egregi Redattori,
vi scrivo a nome dell’Aisve, Associazione Italiana Scuole di Vela, per denunciare i nefasti effetti, dall’introduzione del nuovo Regolamento Attuativo sulla nautica da diporto, intervenuti nella vita della maggior parte delle scuole di vela italiane. Il regolamento, entrato in vigore lo scorso 21 dicembre, definisce come imprescindibile la presenza nella scuola nautica di un non meglio identificato Esperto Velico, qualifica certificata dalla FIV o dalla Lega Navale.
A tutt’oggi, nonostante alcune capitanerie abbiano intenzione di attuare, direi giustamente, questa parte del regolamento, ne’ FIV ne’ Lega Navale hanno definito in modo chiaro cosa i professionisti del settore debbano operare per rientrare nella norma. C’è stato in vero, poche ore prima della messa in vigore del regolamento, un laconico comunicato della Lega Navale che definiva in modo vago e senza date certe un’ipotetica sanatoria che comunque arriverebbe tardiva rispetto all’entrata in vigore del regolamento stesso.Infatti, almeno al momento della presente, non esistono in attuazione, modalità, corsi o strutture adibite, da Fiv e Lega Navale, allo scopo di formare e/o riconoscere gli Istruttori di Vela per la Patente Nautica.
Dichiaro questo in base alle richieste rivolte personalmente e dalla Associazione tutta a Capitanerie, Uffici Provinciali preposti al controllo e alla verifica delle attività citate, alla Federazione Vela, alla Lega Navale e al Direttore Generale per il Trasporto Marittimo dott. Pujia. In ogni caso tutte le necessità di chiarimento hanno sempre avuto esito negativo.
Non sto a elencare le problematiche che, a questo punto, dovranno affrontare le Capitanerie, le Province, gli Uffici della Motorizzazione Civile e, soprattutto, le scuole nautiche, in seguito al caos generato dall’impossibilità di poter assumere un corretto atteggiamento all’entrata in vigore della legge.Invece mi preme sottolineare con drammaticità questa impreparazione, dovuta certo non a carenze da parte del Ministero a questo punto, ma esclusivamente da parte degli Enti preposti.
Già in passato avevamo avuto occasione di stigmatizzare la paradossale situazione che vede il mondo della vela didattica formalmente aggregato attorno a due soli Enti. Questi ultimi, autorizzati dalla legge, non rappresentano in alcun modo gli imprenditori del settore e, men che meno, la totalità dei praticanti che svolgono tante diverse attività . Considerate che solo nelle scuole nostre associate contiamo più di 40000 praticanti ogni anno.
E’ facile comprendere come l’impreparazione all’avvento del regolamento da parte della Federazione Italiana Vela sia dovuta a una scarsa competenza tecnica in materia di patenti nautiche, settore didattico con il quale la FIV non si è mai confrontata prima. Inoltre, passando a valutare le credenziali della Lega Navale, questa è stata nominata quale validatrice di istruttori pur essendoci un chiaro conflitto d’interessi. Infatti la Lega Navale è essa stessa uno degli operatori di mercato delle Patenti Nautiche.
A fronte di tutto ciò, come al solito, sono le scuole che ne pagano le conseguenze dovendo assoggettarsi a inutili validazioni da parte di soggetti che, o per assenza di competenza nel caso o per conflitto d’interessi palese, non dovrebbero averne titolo. Ho chiesto ufficialmente chiarimenti al riguardo direttamente al Ministero preposto ed attendo un riscontro chiarificatore. Nel frattempo vi chiedo, cortesemente, di stigmatizzare attraverso gli organi che gestite questo problema non da poco per le scuole nautiche italiane.
La diffusione delle vela e della nautica in generale è già troppo ostacolata dalla carenza di infrastrutture e dalle difficoltà imprenditoriali che chi opera nel nostro settore deve subire. Aggiungere nuovi impedimenti, sia ben inteso non scorretti in linea di principio, ma gestiti in modo non consono al mondo imprenditoriale che li deve recepire, infligge un nuovo colpo alla struttura di uno scafo che spesso naviga a vista grazie soltanto alla passione e all’amore per il mare che, chi vi opera, esprime ogni giorno”.
Vi piace l’interfaccia del vostro iPod? Sì, quella con la rivoluzionaria rotellina che permette di selezionare le canzoni, i generi, gli artisti, ed in generale di avere accesso a tutte le funzioni del fantastico lettore Apple.
Bene, allora impazzirete* per avere uno dei nuovissimi MacBook Wheel, appena presentati dalla Apple!
Niente tastiera, ma una sola rotella che vi permette di accedere a tutte le funzioni del sistema.
Guardate il video per farvi un’idea. Si conosce già anche il costo: 9,900 dollari per la versione con HD da 40 GB. Non male eh?
Che Facebook sia il social network più in voga del momento è fuor di dubbio. Ma aldilà delle valutazioni sul suo successo va evidenziato un fatto importante: il suo utilizzo si sta estendendo molto rapidamente a fasce di utenti non avvezze (o non completamente consapevoli) dell’uso degli strumenti elettronici di comunicazione.
Il risultato è purtroppo abbastanza evidente, e rischia in alcuni casi di diventare abbastanza noiosetto. Al crescee del “rumore di fondo”, a sua volta lineare (e più) col numero di utenti ed amici, diminuisce la possibilità di utilizzare questo strumento per fare cose utili.
Più che una guida all’uso, quindi (perdonatemi il titolo, irrinunciabile!), questo post vuole raccogliere una serie di consigli utili a non intasare le caselle dei vostri amici, a non soccombere voi stessi, e in definitiva a far sì che questo social network rimanga appunto una rete e non un rumorosissima piazza!
Prima un ringraziamento a Giovy che con il suo post ha già dato qualche utile dritta, ma io intendo fare un passetto oltre. Probabilmente sarà una cosa a puntate, perchè le cosa che ci sarebbero da dire sono davvero tante. Finisco questa doverosa premessa facendo presente che questo post giace nei miei draft da ormai troppo tempo. Un ulteriore spunto me lo ha fornito il recente post di Alessandro Giglioli (di cui consiglio la lettura). Per dovere di cronaca segnalo che il post l’ho letto partendo da un post di Giuseppe Granieri, dal titolo molto azzeccato (più del post stesso): Il Grande Banalizzatore.
Siccome i temi sono parecchi, questa è una “prima puntata”. Liberi di lasciare nei commenti suggerimenti per i prossimi temi.
Il Profilo e la Privacy
Su una cosa non ci sono dubbi: il profilo di Facebook è parte della nostra identità online. Lo è di quella pubblica, accessibile a chiunque cerchi con il nostro nome e cognome quell’enorme directory che è Google, oppure lo stesso Facebook, se è registrato. Lo è almeno fino a quando non andiamo a mettere un po’ di paletti nelle configurazioni della privacy.
Non tutti sanno in effetti che c’è la possibilità di limitare la visibilità del nostro profilo, dei dati che ci inseriamo, e anche dei nostri eventi (i cambi di status, l’aggiunta di amici etc) ad esempio rendendoli visibili solo ai nostri amici, o solo agli utenti registrati a Facebook.
Andando infatti sul link “Settings” e poi Privacy Settings è possibile accedere all’interfaccia che vedete qui rappresentata (E’ l’area di configurazione “Ricerca” o Search). Ancora più importante è l’area di impostazioni “Profile”, nella quale è possibile impostare dei filtri, selezionando chi può vedere il vostro profilo, le vostre informazioni personali, gli aggiornamenti dello stato, le foto in cui vi taggano etc etc. Come vedete le possibilità di personalizzazione sono davvero tante. Ad esempio potete far si che solamente alcuni dei vostri amici possano scrivere sulla vostra bacheca, o, in senso opposto, potete far si che oltre ai vostri amici (configurazione di default) possano scriverci anche gli amici dei vostri amici.
Credo che i privacy settings siano il primo elemento a cui mettere mano, se intendete utilizzare Facebook in maniera sana.
I prossimi post su questo tema saranno rivolti a chi utilizza Facebook come una chat o uno strumento di Instant Messaging, o a chi lo utilizza come repository per le proprie foto, oppure per aggiornarne compulsivamente lo status. Beh, vi anticipo che per ognuno di questi usi, esiste almeno un servizio web gratuito che vi permette di fare la stessa cosa. E meglio.
E magari con un po’ di consapevolezza in più si potrebbero evitare abusi e burle, come la storia del gruppo nato per consentirvi di “spiare” chi visitava il vostro profilo.
Con tutta probabilità pesserò la notte di Capodanno alla “Casa Bianca” di Lentini. Particolarmente brillante il claim del manifesto, che dà il titolo a questo post. Ho trovato anche qualche informazione sulla componente musicale della serata su questo blog. Ovviamente l’evento ha la sua bella paginetta su Facebook.
Non credo ci sia modo migliore di passare una serata rispetto al godersi, dalla prima fila, uno spettacolo di musica dal vivo. Come quello di stasera ad esempio.
I Policemania (cover band di Sting, Summers e Copeland) hanno un bel repertorio di pezzi. Mi spiace non aver ripreso tutto il concerto. Nei 4 minuti di video qui sotto potete vedere Walking on The Moon (ripreso dal telefonino!). Quella che sentite non è la voce di Sting in playback, è proprio quella di Davide, il cantante del gruppo!
I Policemania hanno il loro space, nel quale trovate un sacco di brani da ascoltare, oltre che le date dei prossimi concerti.
Da pochi minuti questo blog gira sulla nuova versione di [tag]WordPress[/tag], la 2.7 (named Coltrane).
Le maggiori novità si trovano dall’altra parte, cioè nell’area “amministrazione”, e riguardano un design completamente rinnovato (piuttosto funzionale).
La principale novità lato front end (ovvero quello che gli utenti vedono sul sito) riguarda probabilmente la possibilità di avere i commenti nidificati. Preciso subito che dovrete adeguare il vostro tema per poter sfruttare questa feature.