Quando il “Cognome” conta…(o perché non piaccio a Pownce)

Fino ad oggi ho avuto sempre da ridire contro l’IT di praticamente tutte le compagnie aeree (e qualcuna di carte di credito) per la gestione assolutamente incoerente dei caratteri accentati nella registrazione dei clienti. Schininà Marchesi di Sant'Elia e baroni di San Filippo di Ragusa e del MonteAvendo un cognome accentato (Origine Araba? non me lo chiedete…non lo so! Tutte le generazioni che conosco sono siciliane, e tutte radicate in una precisa area!), mi sono dovuto un po’ …adeguare.

Chi accetta il carattere accentato, chi l’apostrofo, chi nessuno dei due. E chi l’accetta (nel senso che la UI lo accetta ma poi il sistema non lo registra) e poi non lo considera proprio! Fate conto che per qualche mese (anno?) sono stato con la mia Frequent Flyer Card resa del tutto inutilizzabile dal fatto che il sistema di provisioning mi aveva registrato con l’accento, ma il sistema di autenticazione non mi permetteva di accedere al web. Insomma, noie su noie.
Ma veniamo al caso odierno. Da qualche giorno la comunità italiana sta provando Pownce, un nuovo sistema di “microblogging” (a la Twitter) che permette tra l’altro la registrazione di tracce audio, link, video etc…
Nel passaparola che ci si è dati su twitter, mi sono registrato anche io. Da quel momento (ma nessuno ha collegato immediatamente la cosa) alcuni utenti hanno cominciato a non visualizzare più il proprio profilo. Poi stamattina floria mi ha mandato un messaggio per dirmi che mi stava cancellando dai sui “friends”, nel tentativo di ripristinare il tutto, e che improvvisamente ha potuto rivedere la propria pagina personale. Ho immediatamente cinguettato la cosa agli altri, e catepol ha confermato identico comportamento. Allora ho modificato il mio profilo di twitter, e cambiato il mio cognome (e voglio vedere se ci metto pure i titoli nobiliari, la prossima volta! A proposito, non so se quello stemma sia quello giusto, mi hanno sempre detto che nel mio ci sono ben 5 palle!!!).
Comunque ora tutto parrebbe funzionare. Forse è ora di preparare un bug report. E rimanendo al lato puramente informatico della cosa, è sconvolgente come un sistema possa andare on-line con un “buco” del genere, che consente un DoS praticamente a chiunque.

Scusi Prof., le spiego il “Web 2.0”

Ieri sera, nella deliziosa cornice di Piazza delle Coppelle a Roma, mentre sorseggiavo una birra insieme a due amiche insegnanti, il discorso è finito sui Social Networks. In discorso e finito lì parlando di libri, e quindi di aNobii come strumento per condividere e scambiare i propri gusti letterari.
Le due brave “prof” (che insegnano Italiano, Latino, Greco, Storia … chapeau! E tra l’altro sono anche molto carine! ;-)) sono abbastanza a digiuno di tecnologia. Ho deciso allora che valeva la pena di proporre loro una breve e mirata presentazione che Antonio Fini ha gentilmente sottotitolato in Italiano.

Travel Hacking: Essential Sites for Summer Travelers

Qualche giorno fa ho letto una statistica sul numero di biglietti aerei venduti tramite Internet, che ormai supera (e da un pezzo) il numero di quelli veicolati dalle agenzie. Ma era ovvio che per un aspetto con rilevanza “sociale” come quello dei viaggi (e del leisure time in generale) la disponibilità di siti in cui scambiare opinioni, discutere percorsi, scambiare foto e note di viaggio dovesse rappresentare una svolta.

Ancora una volta rimando all’approfondita analisi fatta qualche giorno fa da Mashable!, i cui autori hanno diviso nelle seguenti categorie i migliori siti dedicati al tema “viaggi e vacanze“.

    • Travel Planning & Management
    • Social Travel Networks
    • Travel Ideas
    • Travel Services
    • Travel Blogs
    • Mapping
    • Facebook Travel Applications

    Enjoy your trip!

    [tags]travel, web2.0, socialnetworks[/tags]

Music Social Networks

Nel post di stamattina ho scritto che, pur non usandolo ancora, sicuramente sceglierei Last.fm come social network musicale. In realtà anche iLike (un paio di giorni fa commentavamo l’incredibile boom di iscrizioni all’applicazione di Facebook) è molto bello. Ma forse non c’è bisogno di scegliere col solo istinto. Ovvero: sfruttiamo il lavoro di chi le recensioni di questi siti le fa per mestiere.

I recensori sono i questo caso nello staff di Mashable!, e pochi minuti fa hanno pubblicato un’analisi di 12 servizi di Music Social Network. Se siete in dubbio su quale scegliere…
[tags]web2.0[/tags]

Upcoming.Org (…e gli altri servizi Web 2.0 che utilizzo)

Non vedo perchè dovrei resistere alla tentazione di partecipare al “sondaggio”, lanciato da Terronista, ispirato da quello lanciato da Nioumedia in Francia, e ripreso da molte delle persone di cui seguo gli interessanti feed: DElyMyth, Clarita, Catepol, Blublog, … e altri ancora, sui servizi [tag]web2.0[/tag] più usati.
E infatti non resisto…e vi posto il mio “meme”, ma con una nota originale su un servizio che non ho visto elencato da nessuno.

Comunicare: Skype, Twitter, GTalk.
Ricerca: Google.
Rss Reader: Google Reader.
Bookmark: [tag]Del.icio.us[/tag], Technorati.
Statistiche: [tag]Feedburner[/tag].
Immagini e Video: [tag]Flickr[/tag].
Musica: (non lo uso, ma certamente sceglierei Last.fm.)
Blog: [tag]Wordpress[/tag].
Cataloghi: [tag]aNobii[/tag].

Il servizio che vorrei aggiungere è senza dubbio nella categoria Calendari/Eventi è Upcoming.Org (ora comprato da Yahoo). Si tratta di un servizio che vi consente di registrare e segnalare gli eventi (musicali, sportivi, whatever…) che avranno luogo nella vostra città, e di condividerli coi vostri web-2-punto-zero-amici (peers si può tradurre?).

Soprattutto per quelli di voi che si trovano a Milano, Roma o Bologna (le città per ora con il maggior numero di utenti e quindi il maggior numero di eventi censiti) consiglio l’iscrizione!

Come per aNobii, tra l’altro, l’interfaccia è molto ben fatta.

Nota autoreferenziale: il 30 maggio scorso avevo già postato un elenco dei miei link sulla maggior parte di questi servizi!

[tags]Upcoming.org[/tags]

Piattaforma Facebook: l’analisi di Marc Andreessen

Molti di voi conoscono (e sono registrati) su Facebook. E molti di voi sanno che con cadenza praticamente giornaliera vengono rilasciate applicazioni per questa piattaforma.
Da fonti non ufficiali, ma confermate, apprendo che su iLike, una di queste applicazioni, annunciata appena un mese e mezzo fa, si registrano in questo periodo anche 300.000 (trecentomila!!!) utenti al giorno. Di sicuro una storia di successo.

Al punto che personaggi del calibro di Marc Andreessen ne hanno voluto analizzare a fondo le motivazioni. Ne esce un post che è lungo come un romanzo, e che naturalmente contiene interessantissimi spunti.

Innanzitutto la considerazione che, per definizione, una piattaforma è qualcosa di infinitamente più pervasiva di una qualunque applicazione, se non altro per il fatto che essa può essere riprogrammata dagli utenti (gli sviluppatori):

Veterans of the software industry have, hardcoded into their DNA, the assumption that in any fight between a platform and an application, the platform will always win.

Si fa quindi un parallelo con l’evoluzione della piattaforma PC dalla fine degli anni 70, evoluzione che si è trasferita con pari enfasi nell’industria del software “net/web oriented”.

La possibile obiezione dovrebbe nascere dalla constatazione che molte, anche famose, web application hanno pubblicato le loro [tag]API[/tag], anche API molto complesse e grandiose dal punto di vista funzionale. Ma qui siamo di fronte ad uno shift del paradigma: non è l’applicazione a rendersi disponibile, è l’intera piattaforma che abilita l’interoperabilità!

Viewed simply, this is a variant on the “embedding” phenomenon that swept MySpace over the last two years, and which Facebook prohibited.

However, what [tag]Facebook[/tag] is now doing is a lot more sophisticated than simply MySpace-style embedding: Facebook is providing a full suite of APIs — including a network protocol, a database query language, and a text markup language — that allow third party applications to integrate tightly with the Facebook user experience and database of user and activity information.

Merita una lettura.

UPDATE: a 10 giorni di distanza dal mio post, ne esce uno di SkyTG24, che cita le stesse fonti. L’articolo contiene affermazioni piuttosto forti.
[tags]iLike, web2.0[/tags]