Condividere foto con utenti esterni a Flickr: come funziona il Pass Ospite

In funzione del tipo di utilizzo che fate di Flickr, l’ormai diffuso strumento di condivisione sociale di foto, vi potrebbe capitare di voler condividere le foto in modo più selettivo di quanto i “permessi base” non consentano. E magari di volerlo fare con utenti che non sono registrati al servizio.

Se avete ad esempio un set di foto, tutte o alcune delle quali private, che volete condividere con alcuni vostri amici (e non con il resto del mondo)  al tempo stesso non costringendoli ad iscriversi al servizio, potete usare il comodissimo Pass Ospite che Flickr mette a disposizione.

Andate innanzitutto sulla pagina del Set (Menu “Tu” e poi “I tuoi set”, ma la cosa vale anche per le raccolte).

In alto a destra potrete notare il lick “Condividi”. Fateci click sopra. Se nel set sono presenti foto non pubbliche (quindi la cui visualizzazione è privata – ovvero riservata solo a voi – oppure riservata ai contatti marcati come amici e familiari), allora nel box che si apre vedrete tre check box (caselle di spunta) corrispondenti appunto alle tre fasce di utenza. nel momento in cui ne selezionate almeno una, si abiliterà il pulsante “Ottieni nuovo link”. Premendolo, un nuovo link comparirà nella casella di testo.

Potete a quel punto inviare quel link per posta, pubblicarlo su facebook, su twitter, sul vostro blog… Chiunque lo segua arriverà sul vostro set “bypassando” i criteri di sicurezza comuni al resto delle vostre raccolte.

Attenzione, in questo modo renderete le foto “private” di quel set accessibili ad utenti non registrati a Flickr. Questi non avranno comunque la possibilità di commentare, a meno che non abbiate scelto come policy di consentire i commenti ad utenti non registrati.

C’è più BlogFest in una BlogBeer

E’ il pensiero che ho comunicato a Giovanni/Senzastile stasera (anzi ne approfitto per ringraziarlo di aver organizzato l’ennesima occasione di incontro qui a Roma, sempre tramite BlogBeer), al termine della breve cena di poche ore fa.

Mi riferivo in parte a quella specie di polemica nata sulla presunta eccessiva autoreferenzialità della BlogoSfera italiana, a cui anche Luca fa riferimento in un recentissimo post, citando discussioni nate internamente al Web2.0 Expo che sta seguendo (beato lui) a New York.

Marco lamenta il fatto che un evento “pompato” come la BlogFest non sia stato di stimolo, se non per qualche “scatto incrociato” fra i bloggers. Beh, non so, perchè non ero presente, ma credo di capire il punto.

Viceversa all’incontro di stasera, nell’intimità di una tavolata da 20 persone organizzata in poche ore, ho personalmente avuto un sacco di input interessanti. Alcuni magari di interesse più personale (come scoprire che un piccolo firmware montato sulla mi macchina fotografica mi permette di abilitare funzioni “nascoste”, grazie Umberto!), altri invece relativi a temi che mi affascinano. Per capirci l’organizzatore del primo FlashMob italiano era seduto al tavolo con noi. Io (‘gnurant!) non lo sapevo mica! 🙂

Insomma, fra commenti, stupidaggini, risate e scambio di bigliettini, la serata è stata piacevole e stimolante. E chissà che anche a breve non produca qualche risultato interessante.

Sì, niente più che una birra fra amici, in fondo. Ma non è questo il vero networking?

FriendFeed: quanto durerà?

Nei giorni  scorsi mi sono trovato a parlare del popolare servizio FriendFeed con acluni amici, in primis Stefigno e Roberto, oltre che (il massimo dell’autoreferezialità) su FF stesso.

Ho inoltre letto più di un commento, post, feed, share, quellochevipare …più o meno sbilanciato nell’indovinare il futuro di questa piattaforma.

Chiariamo subito questo: tanto da un punto di vista tecnologica (in questo sono supportato dall’evidenza e non dalla conoscenza) quanto da quello funzionale (è splendido e molto premiante il meccanismo di discovery degli amici degli amici) FriendFeed è splen-di-do. Pure troppo!

Le mie statistiche parlano chiaro: 50 e passa commenti in una settimana, ehm…4 giorni di utilizzo. Facendo una rapida stima posso immaginare di aver perso almeno un’ora di tempo al giorno “secca” solo per stare dietro al lifestream dei miei non troppi amici. E questo conteggio non comprende i commenti che lascio su Flickr dopo aver visto una foto su FF, o i post che leggo perchè attirato dal titolo. Basta, non mi sbilancio per non mettere a repentaglio il mio posto di lavoro! 🙂

Veniamo al punto: non so se per fortuna o per scelta, ma credo che almeno qui da noi, o almeno nel giro dei miei contatti, l’effetto sia abbastanza temporaneo. Ho già scritto:

“Comunque questa profusione di commenti, likes e quant’altro crollerà inesorabilmente al riprendere “serio” delle attività lavorativo, diciamo dalla prima settimana di Settembre.”

Posso essere smentito. Of course. In un certo senso me lo auguro. Io certamente non seguirò il troppo affollato flusso di notizie (e cazzeggi, diciamolo) che costituisce il mio stream. Non ho esplorato del tutto lo strumento, sia chiaro. Soprattutto non ho sperimentato a fondo l’utilizzo dei filtri e soprattutto delle “stanze”, ma al momento posso dire che twitter rappresenta per me un migliore compromesso.

Un altro blogger mi ha detto: “… anche per me, che faccio un lavoro comunque considerabile web-centrico, il flusso su [tag]FriendFeed[/tag] è ingestibile. L’esplosione di commenti e likes rende tutto troppo affollato.”

Se volete approfondire due discussioni sul tema, vi suggerisco lo share di Rossella/Ninna e questo post di Buttha.

Il Terremoto a Los Angeles. Visto dal Ginecologo.

Ciò che è impressionante è la rapidità con cui una stronzata altrimenti detinata ad un inevitabile oblio possa diventare il tormentone del momento, almeno per qualche decina di migliaia di persone.

E’ il caso della storia di MissRFTC, utente del popolarissimo twitter, che proprio su questo social network ha raccontato la vibrante esperienza vissuta – negli istanti del terremoto – mentre la Dott.ssa Pamela Fenton, la sua ginecologa, la stava…ehm…visitando.

Oh. My. God!

Quando si dice … il potere dei social network. O la ragione è un’altra?!?!

I commenti di FriendFeed direttamente sul vostro blog

C’è solo una via d’uscita all’enorme quantità di informazione che molti di noi si trovano a gestire sotto forma di blog, notizie, commenti, segnalazioni… E questa via d’uscita è rappresentata dal lavoro e dal contributo del network di contatti, colleghi ed amici. La mia rete sa cosa leggo, cosa mi piace, ed io condivido con essa interessi vari. Ecco perchè il mio non affollatissimo lifestream su FriendFeed mi permette di sfogliare velocemente un grandissimo numero di notizie ed informazioni, il tutto nel tempo di una pausa caffè.

Un ulteriore meccanismo per facilitare l’interazione con la mia rete l’ho scoperto oggi in questo articolo, in cui Richard MacManus spiega come ha gestito l’integrazione dei commenti di FriendFeed nel suo popolare blog.

In un break di 5 minuti (cinque!) ho deciso di sperimentare la stessa cosa, e potete vedere il risultato qui sotto. Facendo click sul pulsante “show” vedrete, in aggiunta ai commenti fatti sul blog, anche quelli eventualmente fatti direttamente sul mio stream FriendFeed. Fantastico!

Ecco le semplicissime istruzioni.

  1. Scaricate il Plugin WordPress sviluppato da Glenn Slaven (ne usiste uno per Movable Type, se usate un’altra piattaforma).
  2. Come per tutti gli altri plugin, scompattatelo nell’apposita cartella della vostra installazione di WordPress (wp-content/plugins), ed attivatelo.
  3. Inserite da qualche parte nel vostro template la chiamata alla relativa funzione: <?php wp_ffcomments(); ?>

E ora….commentate pure (anche da FF!).

UPDATE: per qualche strano motivo, in alcuni casi il plugin non riescew a capire a quale post collegarsi, ma basta fare refresh della relativa lista, e tutto funziona perfettamente.

[tags]friendfeed, comments, wp, plugin[/tags]

WordPress 2.6.1 in Beta

WordpressLa calura mi impedisce di dormire. In compenso questa navigazione ad orari inusuali mi permette di scoprire che è disponibile la beta di una nuova release di WordPress, l’engine che sta dietro alla maggior parte dei blog che leggete ogni giorno.

Fra le novità più significative, l’utilizzo di Google Gears per la velocizzazione tramite caching dell’interfaccia di amministrazione, la possibilitò di “versionare” i post (ci si avvicina ad un vero CMS), qualche miglioramento nelle performance del javascript e come sempre molti bug fixing.

Altre informazioni qui, mentre se avere fretta di provare, eccovi il link diretto al download.

New York Times API: il momento di un giornalismo davvero collaborativo?

Leggo sul tempestivo ed informato magazine online ReadWriteWeb che il NYT ha annunciato di voler aprire il suo sistema di pubblicazione sul web tramite delle API che lo rendano programmabile, il tutto mentre le news stampate continuano il loro declino, almeno in termini numerici.

Una delle possibilità illustrate nell’articolo è la disponibilità per gli sviluppatori di avere delle API keys che consentano di accedere in maniera diretta ai contenuti e permettano di farne mash-up più o meno creativi (anche se a me viene da pensare che una cosa del genere si possa fare semplicemente separando i vari feed).

Comunque sul programmabile ci sarebbe molto da chiarire e da discutere. Ovviamente nelle sconfinate praterie (:P) del mio immaginario si aprono scenari di collaborazione sia per l’apertura verso veri e propri contributi di informazione, sia per meccanismi di voting (contributors e mediatori, non a caso due dei tre attori di un moderno processo di comunicazione).

Ci sono degli aspetti “al contorno” che rendono questa notizia in prospettiva molto interessante, ed in primo luogo il fatto che il NYT è stato da sempre il giornale che ha cercato di cavalcare (più che subire) l’onda dei new media. Non dimentichiamo che ha anche fatto un importante investimento sulla più famosa piattaforma di blogging al mondo.

Vi consiglio di leggere l’annuncio e l’articolo su RWW.

PS: qualche giorno fa raccontavo di un progetto di multicanalità offline-online fatto dalla Gazzetta dello Sport.

[tags]NYT API, NYT, programmable web, web2.0[/tags]

Torno a trovare Google (e vi porto un souvenir)

Questa volta a San Francisco, però, e non al GooglePlex, anche se sto facendo di tutto per scroccare un altro lauto pranzo al famoso Charlie’s Place (consiglio la cucina indiana, ma mi dicono che sono tutte buone).

Vado in occasione di quella che una volta si chiamava Google Developer Conference (sì, anche se non sono un developer!), e che adesso è stata ribattezzata Google I/O.

Two days of in-depth, technical sessions on how to build the next generation of web applications with Google and open technologies

AJAX & JavaScript, Maps & Geo, Social applications, APIs & Tools, Mobile

Vi basta come descrizione? Beh, se non vi basta, potete sempre sfruttare la meravigliosa ipertestualità di questo mezzo, e trovare l’elenco delle sessioni. Lunghissimo!

Ho deciso di concentrarmi su Social, Geo ed AJAX, per i motivi che di seguito vi espongo. Ma uno dei motivi per cui scrivo questo post è anche di raccogliere qualche vostro suggerimento, o magari anche un interesse personale, per seguire una o due sessioni che altrimenti “perderei”.

Quindi coraggio, non fate i lurker, e manifestatevi.

Social: e OpenSocial in particolare, ovviamente. Data l’importanza (mediatica ma non solo) del tema in questo momento, direi che chiunque vorrebbe saperne un po’ di più e vedere dal vivo le potenzialita (ed i limiti?) dell’applicazione di “wrapper sociali” ad applicazioni esistenti. Almeno questo è quello che mi aspetto.

Geo: tutto quanto è legato a Google Maps e Google Earth, anche se a me interessa soprattutto il primo. Un po’ perchè in molti progetti comincia a farsi strada la possibilità di utilizzare questo servizio invece che mettersi in casa una pesante infrastruttura cartografica (vedi post di oggi di Gigi sull’utilizzo nella PA di Software as a Service), e un po’ per una passione personale sul tema cartografia.

Ajax: qui tocchiamo un tema scottantissimo, che è quello dell’usabilità per i siti web della Pubblica Amministrazione, requisito non funzionale irrinunciabile, ma limitante sul piano delle possibilità. Il mio obiettivo sarebbe capire dove sta l’ottimo, fra un sito che debba rinunciare al javascript per essere accessibile ad un operatore diversamente abile, ed uno che possa offrire una buona user experience.

Disclaimer: questo post non è in nessun modo “sponsorizzato” ma per correttezza e trasparenza devo dirvi che l’invito alla conference me lo paga ReadWriteWeb, ed è per questo che a Richard MacManus, fondatore e chief editor, vanno i miei ringrazimenti. Nei ringraziamenti ci sta anche che io vi suggerisca di sottoscrivere il feed di RWW, è di per se un ottimo aggregatore di news sul tema Web 2.0. Giudicate voi.

PS: i Googlisti mi hanno già prenotato per una successiva interrogazione (mi tocca studiare!), mentre a Roberto ho dovuto promettere un chilo di gadget (mi ha colto in un momento in cui ero…distratto!). Voi che souvenir volete? Sappiate che non si accettano richieste per iPhone! 😛

[tags]google, google i/o, opensocial, ajax, conference[/tags]

Roma Socializza (e saluta quel matto di Stefigno)

Un’altra splendida serata, passata in compagnia di un sacco di gente interessante. La scusa questa volta (ma non ne serve mai una, a dire il vero) era un saluto a Stefigno, che a breve lascerà i lidi romani per trasferirsi per lavoro giù al nord. Il locale scelto, testato ed affidabilissimo, era il Ferro & Fuoco, zona “Casal de’ Pazzi”.

E’ stato un piacere conoscere Evylyn (che ci ha già scritto un post), Tury e Kiaura. A proposito, a questi ultimi un grazie particolare per averci deliziato con una specialità (piccante) della loro terra di origine.

In formissima Senzastile, sempre ottimo organizzatore (e che figata le nuove spillette!), così come Stefigno, vero protagonista della serata (in bocca al lupo per la tua nuova avventura!).

Ringraziamenti (ma aspettiamo di vedere presto gli output) a Eddypedro che ha ripreso buona parte della serata (peraltro andata live), LordZarcon e Agaponeo (che hanno scattato un fantastilione di foto) e a tutti i partecipanti.

Non erano fisicamente lì, ma ci seguivano via chat su Ustream anche Stella86, Akela, Gigicogo e Pandemia, che ci hanno affettuosamente salutato via twitter. E c’era anche chi ci seguiva dall’estero.

Socializzazione, divertimento, condivisione….questo è il valore “sociale” di un network. E anche se i temi sono “leggeri” (i divertenti fake di zinna_r e sw3n, le vicissitudini della scorsa blogcena…) alla fine ognuno se ne torna a casa con qualcosa di più.

Che dire…alla prossima!

[tags]blogcena, blogbeer, blogtribute[/tags]

IP Colour Map Project

Quel pazzo genio visionario di Paul mi sconvolge ancora con il suo ultimo progetto, la mappa dei colori corrispondenti agli indirizzi IP.
E’ un progeto molto social, che per funzionare ha bisogno del vostro aiuto. Ogni visitatore che passa di qui (o di là) aiuta a completare la matrice.