Una delle pause più lunghe, nella frammentata vita di questo blog.
I blog sono morti? Non lo so, ma di sicuro è di molto diminuito il tempo che io riesco a dedicare a questa attività.
Una delle pause più lunghe, nella frammentata vita di questo blog.
I blog sono morti? Non lo so, ma di sicuro è di molto diminuito il tempo che io riesco a dedicare a questa attività.
Scomparso. Sparito.
Scomparso dal web almeno. Certamente da quello fatto di contenuti. E questo include non sono questo generalissimo collettore di pensieri e segnalazioni, ma anche il social network aziendale, dove il mio ranking non mi classifica più nel team guida.
Facebook inesistente (ma i quel caso è una scelta consapevole) e twitter abbastanza fermo, diciamo sui livelli di un anno fa. Non si muove neanche Vela in Croazia, e forse è la cosa che mi dispiace di più.
Ok, è stato un semestre certamente particolare, ma la verità è che con l’autunno è arrivato un nuovo incarico, molto impegnativo, che assorbe ogni centesimo delle mie energie. E continuerà a farlo, almeno finchè non troverò modo di cambiare le regole del gioco. A favore non mio, ma dell’efficienza.
Un anno in discesa.
Non per la facilità, ma per la folle velocità con cui è cominciato.
Non un giorno di riposo, almeno finora, e ritmi che seguono ragionevolmente il trend dello scorso autunno.
Allora toccherebbe dire in salita.
Ci metto del mio, diciamolo, pure con la mia idea di iscrivermi in palestra. Da inizio anno ci sarò andato 7/8 volte, e con quello che costa mi pesa un po’, anche il solo pensiero.
La quantità di tempo libero è più o meno proporzionale al numero di post degli ultimi due mesi. All’incirca zero.
Ma l’impegno è a far sì che non sia sempre così. E’ anche un anno di buoni propositi, insomma.
Non si era già capito?
In un orario poco consono, stanotte, ho finalmente messo mano a queste affollate pagine, per implementare una serie di ritocchi che avevo in mente da tempo. Niente di sconvolgente e nessun nuovo template, ma qualche modifica che spero renda più fruibile il blog.
Innanzitutto ho allargato di circa il 5% lo spazio (fisso) della pagina. Non escludo in futuro di allargarlo ulteriormente. Lo spazio dedicato al “main content”, quindi principalmente al contenuto dei post, è aumentato in maniera più che proporzionale, di circa il 10%.
Ho ridotto i margini associati ai titoli, che erano troppo distanti dal testo e dal bordo. Ne guadagna la vista di insieme, con meno spazi nei posti meno utili. E’ stata fatta un po’ di pulizia nella sidebar, anche se del lavoro rimane ancora.
Una delle cose di cui sono più soddisfatto (anche se la resa grafica può ancora essere migliorata) è la sostituzione del vecchio badge Flickr in Flash con quello in HTML, che è ho reso tra l’altro (quasi) XHTML compliant apportando una serie di modifiche (come descritto in questo hack) al codice html fornito da Flickr stesso.
Rimando alla prossima nottata insonne:
Nel frattempo sarei grato a chiunque mi segnalasse nei commenti (o con un direct message o…) qualunque “glitch” o malfunzionamento, ma anche eventuali suggerimenti sull’aspetto grafico e l’organizzazione di questo spazio.
Cara “Assistente di Volo RyanAir”, mi vedo costretto a cancellare il tuo commento al post “Giornalismo Low Cost” dato che non hai voluto fornire un indirizzo email valido.
Non è cattiveria, ma è la policy che ho deciso per questo sito. “perprivacynondico@libero.it” non è una scusa valida. Il tuo indirizzo non sarebbe stato comunque pubblico, ma solo nelle mie mani. D’altro canto quando ci si presenta da un amico per una chiacchierata, ci si presenta, come minimo.
Quindi, per tutti: il vostro indirizzo rimane esclusivamente nelle mie mani, mentre l’eventuale indirizzo web (http) che inserite, è pubblico ed associato ad un link sul vostro nome.
Commenti provenienti da indirizzi non validi saranno cancellati.
Per tutte le altre assitenti di volo che volessero lasciare qui i loro commenti: vi invito a mandare, oltre al vostro indirizzo, anche un CV completo di fotografia a … 😛 Skerzo, eh…
I miei ricordi sono un po’ meno netti e nitidi di quelli dell’attentato che di li a qualche mese avrebbe ucciso Paolo Borsellino.
Non di meno, mi ricordo con chiarezza il telegionale, la ripresa dell’autostrada (o meglio della voragine in essa) dall’alto, la faccia di mia madre, seduta davanti alla TV con un gomito appoggiato sulle ginocchia, la mano davanti alla bocca e gli occhi lucidi.
Ed il pensiero al fatto che 48 ore prima, di ritorno dalla gita di terza superiore, ero passato esattamente su quella stessa strada, già condita di esplosivo.
Io non posso dimenticare quest’uomo. Non fatelo neanche voi.
…salvo forse qualche 404 e le immagini mancanti nell’header.
Perchè in realtà i nomi dei file erano maiuscoli. Ma avendo migrato nella notte il dominio da Windows a Linux, il file system non è più insensibile (insensitive) alle maiuscole/minuscole…
Tutto risolto comunque. Cosa cambia in sostanza? Per me e per voi molto poco, se non il fatto che adesso posso utilizzare delle url più amichevoli. Chi mi avesse comunque linkato in passato non si preoccupi, perchè l’ottimo WordPress continua a digerire anche le vecchie url.
Ma più che a WordPress i miei complimenti li dovrei fare all’hosting provider, Aruba (al quale mi affido ormai dal lontano 1999), che mi ha consentito di fare la migrazione senza un solo secondo di downtime.
Sabato pomeriggio, infatti, non appena conclusa la transazione sul sito di Aruba, mi è stata resa disponibile la macchina nuova. Istantaneamente! Accessibile ovviamente solo tramite indirizzo IP. E su quella ho potuto manualmente trasferire l’intera installazione, via FTP.
Nella ore successive credo sia avvenuta la propagazione del nuovo DNS, con entrambi i siti ancora operativi. E quindi teoricamente nessuno ha avuto errori…
Io non so se anche gli altri provider di cui sento spesso parlare rendano sempre le cose così semplici. Forse sono stato anche un pelo fortunato. Ma meglio così.
[tags]aruba, migrazione, linux, hosting[/tags]
Quando l’amico Pietro mi ha mandato questa foto, scattata nel Marina di Tribeca, New York, gli ho subito risposto, via Skype: “E’ un Wally!”.
Mi sbagliavo, ma non di molto. Oggi ho fatto una rapida ricerca ed ho scoperto che questo missile di 35 metri (abbondanti) è stato progettato da Luca Brenta Yacht Design, con il contributo dell’architetto Piero Lissoni ed il design interno di Kitty Hawks. La mano di Luca si riconosce a colpo d’occhio, se pensate al fatto che il suo nome è principalmente associato ad un gioiello di velocità e lusso come il Wally B, del quale il “Ghost” riprende il concept ed alcune soluzioni, almeno limitandosi ad un’analisi esteriore.
Lo yacht, che non a caso è recensito sul magazine online RobbReports (che si occupa esclusivamente di luxury items) è stato costruito principalmente dal cantiere Vitters.
Buona navigazione…
Basso in questo caso è riferito al livello, ma tant’è…
Un paio di giorni fa mi chiama scrive via chat mio cugino, per imbucarmi ad una festa/premio, per di più nella giuria.
Cugio: Allora ci sei per domani?
Io: Sì, non so, che dobbiamo fare?!?
Cugio: Ma niente. Se è come l’anno scorso ci divertiamo un mondo!
Io: Vabbè, dai, ci penso…
Cugio: Daaaii, cugio, non mi fare fare una figuraccia! Io ti faccio accreditare all’ingresso. A me mi manda il giornale.
Io: Mi fai accreditare?!?
Cugio: Massì! CI sediamo in giuria e votiamo le canzoni. E a parte questo te l’ho detto, sarà uno spasso. E’ pieno di VIP, ospiti, cantanti, puttane e giornalisti! 🙂
Io:…
Io:…
Io: Vabbè, fammi accreditare come puttana, sono più credibile…
A volte siete reversibili. A volte siete invertibili. A volte siete imperscrutabili. Avolte siete stoici. A volte siete d’esempio e altre volte siete talmente irritanti che vi si disintegrerebbe volentieri con la pistola laser. In qualsiasi veste abbiate deciso di apparire, oggi sulla scena sarete comunque i più fortunati. Voto 8.
Oggi mi sento più da pistola laser.