Tecnicamente, per quelli scarsi in matematica.
E’ così che possono essere definite più o meno tutte le lotterie. Nel caso del superenalotto in particolare la probabilità di vincere è davvero bassissima (sarebbe centinaia di volte più probabile venire colpiti da un fulmine, per dire), ma giornali e televisioni continuano a ricordarci che c’è un jackpot milionario (oltre 135 Milioni di Euro, adesso) che potrebbero cambiarci la vita (come se 20 Milioni di Euro fossero invece un contentino…).
La matematica suggerisce di non giocare, dunque. Ma la psicologia lavora nel verso opposto. In una interessante analisi il Professor Lloyd Cohen spiega le ragioni irrazionali che stanno dietro alla consapevole scelta di buttar via un Euro. Il solo fatto di giocare la lotteria accende nel giocatore deliranti sogni (piscine, vacanze, lusso, luoghi tropicali…) un po’ come fanno le patinatissime riviste di Lifestyle.
Dunque, se ve ne fregate del calcolo delle probabilità e volete comprare un sogno da un Euro, andate in tabaccheria e giocate sei numeri. E se siete troppo pigri per inventarveli, potete trovarli qui, augurandosi che siano quelli giusti.
Ah, un’ultima cosa: se per caso doveste vincere coi numeri che indirettamente vi suggerisco, beh, mi aspetto un cspicuo segno di gratitudine! 🙂
Post-Post-Scriptum: le lotterie di stato mi fanno incazzare non poco. Si tratta di una forma di prelievo (benchè in un certo senso volontario) che va a colpire – in alcuni casi in maniera grave e patologica – solamente le fasce sociali meno abbienti. E l’uso dei mzzi di comunicazione per incentivare le persone a giocare mi sembra davvero inaccettabile. Lo stato preleva mensilmente 3/400 milioni di euro dalle tasche dei cittadini, con questo meccanismo. Ma lo fa dalle persone sbagliate.