Leon, la Spagna, e il pensiero alla mia (povera) Italia

Sera a Leon, SpagnaUltima sera a Leon. Oggi freddissimo, soprattutto per via di un vento abbastanza gelido. Ultimo giorno della mia breve vacanza (esiste vacanza abbastanza lunga?!?!) da queste parti.
Leon è davvero carina. Una vecchia citta romana che “era” la settima legione.

La Spagna continua a colpirmi (come sempre) per la qualità della vita, per la quantità di cose che funzionano, e per …beh, un sacco di cose. Tralascio qualunque commento politico sulle recenti elezioni svolte qui nel corso dell’ultimo weekend. Commeni politici niente, ma uno tecnico: sabato sera faceva parte del gruppo un ragazzo della guardia civil, impegnato il giorno dopo al seggio elettorale. Ci ha spiegato che da questa tornata elettorale il conteggio dei voti (non la votazione) viene fatto con l’ausilio di palmari o portatili opportunamente attrezzati, che a pochi minuti dalla chiusura delle urne inviano i dati ad un elaboratore centrale che fa i necessari conteggi complessivi. Ecco perchè ieri sera alle 23.00 c’era già il 97% delle sezioni già scrutinate. Bravi!

Una delle cose più divertenti è stata, sabato sera, andare de cortos, cioè per aperitivi. Si entra in uno dei tanti locali del Barrio Hùmedo (pare si chiami così perchè si beve!), si ordinano i cortos per tutti i membri della combriccola, si paga 1 euro a testa (avete capito bene, un euro!) e si riceve un bicchiere di birra (varia da locale a locale, ma circa mezza piccola, per capirci) ed una porzione di “aperitivo”: imbutidos (salumi vari), morcilla (sanguinaccio), crostini con formaggio, tortillas (crostini con frittata con patate) eccetera. Poi si consuma, pochi minuti dopo si esce, si va in un altro locale e altro giro… Noi ci siamo fermati a 4, ma credo a chi mi racconta che 8/10 tappe è una cosa normale.

La Spagna è sempre molto bella. E la vacanze sempre troppo brevi. E la mia valigia è di la in camera che aspetta di essere preparata. Domani 4 ore di autobus (destino Madrid), due di aereo (destino Ciampino) e poi, con un po’ di fortuna, a casa. A pensare (anche) al prossimo viaggio…

3 thoughts on “Leon, la Spagna, e il pensiero alla mia (povera) Italia”

  1. La sindrome spagnola 🙂
    Mi ha preso da tempo.
    In questi ultimi 15 anni non ne ho saltato uno.
    E lascia che dicano. Ci son cose che vanno approfonditer e che non son tutto oro.
    ma la qualità della vita è stupefacente!

  2. Gigi, è proprio così. Anche se non è tutto perfetto, ti lascia la senzazione che tante cose funzionino (come scrive anche questa ragazza: http://eugenios.tumblr.com/post/28728710).
    Dai mezzi pubblici al sorriso delle persone. Dal costo dell’aperitivo a quello dei taxi (anche nelle grandi città!).

Comments are closed.