Mafe ha scritto un post molto carino (e con la sua consueta dose di ironia!) sulla vela, che non posso astenermi da commentare. E visto che ci sono anche dall’integrare.
Mi permetto di fare un’osservazione sul punto 1. La mia versione è: la vela è uno sport (la cui intensità dipende dal meteo, e la cui pericolosità dipende dallo skipper che vi scegliete!).
Semplicemente sacrosante le osservazioni dalla 2 alla 6.
Per quanto riguarda il romanticismo del “dormire in rada”: se per voi il sogno è una rada deserta in cui siete solo voi e la natura, confermo e suggerisco il mercoledì di coppa per andare a vela.
Altro appunto sull’item 8: “se c’è vento c’è mare” non è sempre verificata. Purtroppo in entrambi i sensi. Mi spiego.
La formazione delle onde dipende dall’intensità , certamente, ma anche dalla durata del fenomento vento (cioè da quanto tempo spira) e soprattutto dal suo fetch, ovvero dalle miglia di mare libero che il vento ha per trasferire l’energia al mare.
Dalle mie parti per esempio è frequente avere un bel ponente che al suo primo giorno soffia su un mare praticamente piatto. Mentre in Croazia ci possono essere anche 30 nodi e non un filo di onda, per via del ridottissimo fetch fra le isole.
D’altro canto come dicevo è anche possibile trovarsi senza vento e con le onde grosse (capita spesso a Fiumicino/Civitavecchia) che si sono formate sotto qualche perturbazione lontana. E’ il cosiddetto mare lungo o mare morto, che poi è anche il più fastidioso per chi soffre (sottoscritto compreso).
A proposito di mal di mare, se posso permettermi un suggerimento…cercata di stare …BENE! Cioè, è molto più probabile che il malessere vi possa cogliere se siete già a disagio per qualche motivo, esempio caldo, freddo, fame. Quindi meglio essere vestiti sempre a strati (in modo da cambiarvi anche nelle differenti andature, in poppa fa molto più caldo che in bolina!).
8 thoughts on “Follow-up: il diportista informato”
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Grazie per i complimenti e per aver integrato le mie osservazioni 🙂
D’accordo sul punto 1; sul punto 6 c’era un e/o forse poco chiaro.
Segnate subito Ragusa e la Croazia come destinazioni, ovviamente molto vento e mare piatto è il sogno 🙂
Non è che hai qualche dritta per evitare il malore da sottocoperta?
La cinetosi dipende da un disallineamento fra ciò che l’occhio vede e ciò che l’equilibrio percepisce. Quando sei sottocoperta il corpo ti dice che ti stai muovendo (perchè effettivamente la barca naviga) ma l’occhio vede tutto fermo. Allora un buon suggerimento può essere quello di guardare sempre fuori da un oblò, e mai fissarsi su un punto degli interni. Per esempio sconsiglio di cucinare!
Inoltre sconsiglio nella maniera più assoluta la lettura (ma forse questo lo si sapeva già ) e soprattutto scrivere o leggere SMS ed email!!!
Confermo l’impossibilità di cucinare e per una lettrice vorace come me la barca è l’unico posto al mondo in cui riesco a non leggere (anche perché il mare mi ipnotizza).
Ma sai che passo in bici davanti a Vivere la Vela tutte le mattine? Mi sembra un ottimo charter, stiamo facendo un pensierino sul 40.7 (tanto lo skipper è mio marito 🙂
Anche io passavo di lì, per andare in ufficio in Via Bernina, ma ora non più, da quando mi sono trasferito a Roma. Da qualche giorno anche qua campeggia comunque un logo della scuola, in Via del Mare.
Considero VivereLaVela soprattutto un’ottima scuola, con tanti (più di 80!) buoni istruttori, e un magnifico gruppo con cui organizzare le vacanze estive.
Se passi dalle parti del golfo di La Spezia, questo weekend, troverai ben 17 barchine su cui campeggia il guidone di VivereLaVela, impegnate nel raduno che facciamo ogni anno.
Bellissimo decalogo+1 😛 complimenti!
Io sono di Civitavecchia ed anche qui, ovviamente, la passione principe è il mare e tutti i suoi annessi e connessi.
Confermo le accurate osservazioni circa onde lunghe e assenza di vento qui da noi.
Ciao a tutti!
io cmq alla vela preferisco il windsurf..altre emozioni!
Forse è scontato da dire ma…è una cosa molto diversa. Col windsurf non ci puoi “vivere il mare”.