Non passerà certo inosservata l’operazione che coinvolge una delle aziende più storiche e rappresentative del nostro paese e uno dei colossi statunitensi del settore automobilistico.
Dopo un paio di giorni di chiacchiere riportate dalla stampa, va in porto un’operazione che lo stesso AD di Fiat, Sergio Marchionne, non esita a definire “un passo fondamentale” per il settore, che come lo stesso manager italiano ha affermato pochi giorni fa, “vedrà sopravvivere solo 5 o 6 grandi costruttori”.
I termini dell’accordo: Fiat acquisirà una quota del 35% della Chrysler, ma senza iniezione diretta di denaro. La contropartita per la quota di una delle “sorelle di Detroit” sarà la fornitura di impianti e tecnologie, in particolare quelle sui motori compatti, che consentiranno al produttore americano di sviluppare di più l’offerta sulle utilitarie a basso consumo.
Uno dei principali vantaggi per Fiat è l’accesso ad un mercato molto grande (benchè in forte contrazione), tramite gli oltre 35.000 concessionari nel solo Nord America. Inoltre la produzione delle 500 e delle Alfa Romeo in territorio americano potrebbe consentire la commercializzazione dei veicoli italiani in un mercato tipicamente molto protetto come quello USA.
Robert Nardelli, italoamericano AD di Chrysler, afferma che entro Aprile l’accordo dovrebbe chiudersi definitivamente.
Curiosità: sapete a quanto ammonta lo stipendio annuale di Nardelli? Un. Solo. Dollaro.