Ci sono dei validi motivi per cui adoro gli aereoporti. Sono i luoghi in cui si respirano alcune delle più belle emozioni.
Prendete gli Arrivi, ad esempio: decine di persone in attesa, accalcate fuori dalle porte scorrevoli attraverso le quali di lì a poco vedranno arrivare i loro figli, le loro fidanzate, i loro parenti lontani. A Catania non si accalcano ad aspettare. Entrano direttamente nell’area bagagli!
E poi prendete le Partenze, luogo in cui mi trovo adesso: un sacco di gente entusiasta, che va incontro a mete che probabilmente non ha mai visto prima, che se ne va a godersi la meritata vacanza, o che va comunque a respirare per un weekend (o magari qualcosa di più) l’aria di un posto diverso.
Nella foto l’Airbus A330 che mi porterà a Philadelphia, da dove poi proseguirò per San Francisco. Non ho mai volato con questo tipo di aereo, e sono curioso di vedere com’è dentro. Però l’ho pilotato tante volte!
Invidia! Buon viaggio Eugenios! 😀
meglio la barca! 🙂
Beh, 15/16 ore di volo (scalo compreso) non sono una cosa facilmente digeribile, se ci si aggiunge tra l’altro il fuso…
Però quando parto sono sempre eccitato come un bambino con un regalo nuovo. 🙂
Questa eccitazione da Aereoporto la conosco bene.
Ho cominciato a volare quando avevo 5 anni; i miei si trasferirono in Africa per un lungo periodo.
Solitamente l’attesa tra il volo da Napoli e quello per Douala durava 3-4 ore.
Il volo della Cameroun Airlines partiva da Parigi e faceva scalo a Roma.
Spesso era in ritardo, così avevo tutto il tempo per girare in lungo e in largo quell’immenso parco giochi pieno di meraviglie, pensado che il bello doveva ancora arrivare.
Ricordo le corse sui carrelli portabagagli nei corridoi del vecchio scalo di Fiumicino con il disappunto degli addetti alla sciurezza.
Da allora ho amato tutti i luoghi in cui si parte, anche i porti e le stazioni ferroviarie.
Per me l’emozione da aereoporto è quasi patologica.