D’accordo, abbiamo capito cos’è il web 2.0. Lo abbiamo anche spiegato come lo si farebbe con i bambini. E questo ci torna utile per parlarne al bar (o al BarCamp!), spiegare agli amici perchè perdiamo ore a scrivere articoli, commenti, post, reviews…
Ma se si tratta di genereare una business proposition e vendere ad un’azienda il vero valore apportato da tale tecnologia (ma più che tecnologia preferisco chiamarlo “paradigma di accesso alle informazioni”), dobbiamo decisamente pensare a qualcosa di diverso.
Questo post sul blog di Forrester individua, partendo da una esperienza di successo condotta in BBC, alcuni punti chiave per l’impostazione di una strategia di adozione del paradigma web 2.0 all’interno dell’azienda.
Fra i punti chiave, una delle frasi che da qualche giorno mi ripeto sempre: “Go where you’re not quite comfortable going. This is the source of innovation.”
E’ così, bisogna spingersi ai limiti o fuori dalla propria confort zone per essere davvero davanti agli altri.
Fra la scrittura e la pubblicazione della notizia, un’altra novità: anche il CEFRIEL si sta muovendo nello stesso ambito, con un corspo post laurea dal titolo Web 2.0 e social networks in ambito aziendale. Non smetterò mai di essere fiero di essere stato allievo di quella scuola.
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