Concordo con Stefano Quintarelli. E’ semplicemente assurdo (e forse è anche pubblicità ingannevole) che un operatore dica di vendere “una connessione ad internet” o “traffico dati” se quello che poi siamo autorizzati a far transitare su quella connessione è deciso dall’operatore e dai suoi accordi commerciali.
Non ho dubbi che i modelli di business siano complessi e le opportunità di revenue tutte da sfruttare, ma senza una regolamentazione che difenda gli utenti (per lo meno dai messaggi promozionali fuorvianti) si rischia una situazione in cui il potere dell’operatore di discriminare a cosa si ha accesso e a cosa no diventa un problema serissimo.
Ho visto che anche Federico ha raccolto l’appello. Perchè non lo fate pure voi?
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Grazie Eugenio, continua a spingere!