Per puro caso nei giorni scorsi si sono sovrapposte nei miei feed due segnalazioni che, prese da sole, probabilmente non abrebbero meritato da parte mia un commento (ma una lettura sì!).
La prima di queste, che riporto dal Professor Fuggetta, riguarda un’analisi fatta da un economista Italo-Americano, tale Stephen Checchetti, il quale commenta in maniera abbastanza lucida l’approccio economico-gestionale al temadella sanità e in particolare a quello del suo costo. L’uso (mio) del temine abbastanza è dovuto al fatto che alcuni commenti mi sembrano, come dire, assolutamente personali e non necessariamente condivisibili dalle masse. Scrive l’analista:
I am not anxious to learn about my genetic predisposition to develop Alzheimer’s disease or my propensity to contract heart disease or type 2 diabetes.
Mentre questo commento è perfettamente coerente con la conclusione a cui l’economista arriva (conclusione piuttosto sconvolgente a cui arriveremo fra un attimo), non credo che possa valere per le grandi masse.
Però il concetto di base è affascinante, benchè già analizzato in tutte le sue forme: i mercati sono efficienti, funzionano, tendono a riallocare in maniera efficiente le risorse scarse. Però…
C’è un “però”. Forse più di uno. Che l’analisi dell’economista fa scaturire da un’analogia con altri mercati:
But there are times when private markets break down, and insurance is one of them. When markets fail, the government inevitably has to step in and provide insurance. That’s the case with […] insurance against the devastation from natural disasters. The future is one in which health care will fall into this same category. Even in countries like the
United States , the government, not the market, will ultimately control the level and cost of the medical care we will receive.
Quindi ci sarà solo la Sanità Pubblica? Sempre secondo la ricerca la ragione di ciò nasce dall’evoluzione tecnologica e medica: la conoscenza della genetica, in particolare, consente già oggi di attribuire ad ogni “paziente” un health score. Un brutto modo per misurare il costo atteso delle spese mediche alle quali quell’individuo andrà in contro nel corso della sua vita. Ora, in uno scenario semplicificato, in cui ci sono solo individui tendenzialmente molto sani o tendenzialmente molto malati (parlando in termini di predisposizione genetica), solo questi ultimi decideranno per una (costosa) assicurazione. Il che semplicemente non farebbe funzionare il mercato.
L’analisi è a mio parere molto semplicistica, e ad esempio non tiene conto di fattori legati non solo al rischio “medico”, e legati invece alle abitudini comportamentali: i rischi di incidente, benchè non prevedibili direttamente, possono essere legati a prametri socio-demografici, ad esempio. Comunque una lettura assolutamente interessante.
L’altro “articolo” è quello legato all’ormai famoso Sicko di Michael Moore. Per chi non lo sapesse [tag]Sicko[/tag] è l’ultimo reportage del giornalista-regista americano che racconta la malasanità oltreoceano. In un post che è una sorta di editoriale, dell’area Advertising di [tag]Google[/tag] (but, what the he…!), spiega che molti dei loro clienti si trovano ad affrontare situazioni di pubblicità negativa, indotte dal fatto che qualcuno, facendo leva su situazioni sporadiche ma molto emozionali, trasmette dei messaggi molto negativi. E ovviamente propone una soluzione:
Many of our clients face these issues; companies come to us hoping we can help them better manage their reputations through “Get the Facts” or issue management campaigns. […] We can place text ads, video ads, and rich media ads in paid search results or in relevant websites within our ever-expanding content network. Whatever the problem, Google can act as a platform for educating the public and promoting your message.
Io penso alla Sanità in Italia, perchè non conosco quella statunitense se non per le fiction che ce la propinano o per i messaggi più o meno chiari delle news che la riguardano. E mi chiedo se un Direttore Generale di una ASL debba preoccuparsi di assumere un Responsabile Marketing e Comunicazione. Voi avete aggiornato i vostri CV?
Nielson/NetRatings has issued a study showing that the top 10 social networking sites saw traffic grow 47% over the last year, with MySpace seeing the biggest growth (367% increase) and MSN Spaces (286%) seeing the biggest growth. Hosted blogging systems were included in the study.
One thing to note about those numbers is that while Classmates had one of the lowest positive growth rates at 10%, they spend loads on advertising while MySpace, Youtube, and Facebook haven’t spent a penny.
If I recall correctly, a couple years ago Classmates.com was one of the 10 largest spenders on online advertising.
There are plenty of new social networking sites poping up but what get’s me why can’t myspace there instant messenger working. $580 mill and can’t afford to fix instant messenger BAD myspace.
There are so many better ones how about http://cubiclelife.net for example has all the features of myspace plus quizzes, polls, webchat with audio and video oh and hey they have instant messenger. You have a long way to go myspace.
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