Alla prima occasione che ho avuto di scrivere la data odierna – ero in banca – un pensiero nitido mi è balenato in testa. E mi ha proiettato, ma giuro, con una nitidezza di particolari impressionante, in un posto analogo allo sportello bancario nel quale mi trovavo: lo sportello di un “ufficio cambio”, a Londra, nel 1992. Ero con degli amici a fare la classica vacanza studio (Thanks God I learned English elsewhere!), e stavamo cambiando i nostri Travellers Cheques in sonanti sterline, quando un notiziario alla TV diede comunicazione dell’attentato nel quale aveva perso la vita Paolo Borsellino.
Non ho davvero idea del perchè la notizia mi colpì a quel modo! Solo pochi mesi prima ero passato sulla strada di Capaci, due giorni prima dell’attentato a Falcone. Eppure la morte di Borsellino, più lontana fisicamente, mi sconvolse in maniera particolare.
So comunque che non dimenticherò il dolore di quei momenti, né la rabbia, né le lacrime delle famiglie. Né il valore di certe persone.
E forse è giusto che nessuno dimentichi.
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